Non è un caso che Daniele Mangano abbia come punto di riferimento fisso un personaggio come Fabrizio De Andrè. Lo dimostra chiaramente nella cura che mette nella costruzione dei testi. In un brano come Amata immortale, in cui viene fuori in tutta la sua pienezza il riferimento costante di Daniele al cantautore genovese. La lezione del cantautore scomparso porta Mangano a scrivere testi di denuncia. Testi che si ribellano ai clichè della nostra società moderna. Testi che criticano senza mezze misure il nostro bel paese (nella traccia che, appunto, si chiama Bel paese). Ed è strano quanto questo brano, scritto molto prima del lockdown, prima del covid, sembri unafotografia di un popolo fermo a guardare gli eventi, senza nessuna propensione alla ribellione. E allora Mangano si rifugia in un mondo retrò, quello degli anni 60, di Mastroianni e della dolce vita. In tutti gli episodi di questo disco comunque, al di là dei temi trattati, dimostra una scrittura fluente, da vero e proprio cantautore. Lo attendiamo alla prossima prova, magari con una band meno scontata nel suono.

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