Ma com'è possibile? Non posso crederci. Jargon, il nostro amico recensore, nonché massimo esperto di prog in ogni sua forma, ha registrato, nel lontano 1979 in Finlandia, all'insaputa di tutti, un disco omonimo di stampo jazz fusion con i membri dei Finnforest? O forse questi ultimi hanno semplicemente cambiato il loro nome per la realizzazione di quest'album, utilizzando casualmente lo stesso dell'esimio collega DeBaseriano?

Niente ci è dato sapere con assoluta certezza, a parte il fatto che nel 1975 i due fratelli Tegelman (Pekka al basso e chitarra e Jussi alla batteria), insieme al tastierista Jukka Rissanen, diedero alla luce lo splendido esordio targato Finnforest, seguito poi l'anno successivo da Lähtö Matkalle, loro seconda fatica, in cui si aggiunse anche il contributo di Jarmo Hiekkala come bassista di ruolo, Julla Linkola come nuovo tastierista e Pertti Pokki come addetto ai sintetizzatori. Nel 1979 fu il turno di "Demon Nights", lavoro fortemente incentrato sul sax di Heikki Keskinen e considerato l'ultimo della band, se non contiamo appunto questo "Jargon" dello stesso anno, in cui Pekka, Jarmo, Pertti e il sopracitato Heikki, con l'aiuto del batterista Seppo Rauteva, ci propongono ancora una volta il loro raffinatissimo concentrato di jazz-prog strumentale, ormai marchio di fabbrica della formazione finlandese.

L'atmosfera del disco è piuttosto mutevole, ma la varietà che ne deriva non porta ad un ascolto frammentario o altalenante, anzi; lo scorrere delle tracce procede liscio e piacevole dall'inizio alla fine e l'accessibilità delle stesse rimane sempre su livelli altissimi, anche grazie all'uso estremamente bilanciato ma incredibilmente espressivo di tutti gli strumenti. Jarmo si fa subito notare con il ritmo deciso e incalzante del suo basso (Snapshot), mentre la chitarra di Pekka tesse delicatamente arie romantiche e rilassate (Egon), lasciando poi il giusto spazio alle tastiere di Pertti, prima vivaci e ritmiche, sostenute dal basso (Ponderous), poi calde e riflessive, accompagnate dalla chitarra (Hopeless). Il sax di Heikki entra in scena con una potenza, ma allo stesso tempo con una grazia indescrivibile, creando arie maestose e affascinanti, supportate dalle pacate tastiere di Pertti (Wishful) e dall'incontenibile batteria di Seppo (Erect), il quale, con i suoi controtempi, definisce anche il ritmo della conclusiva "Odd Tales", probabilmente il pezzo più ostico dell'album.

Nel 1996 i Finnforest ristampano su CD i loro primi due lavori, pubblicandoli in una confezione unica, così da riproporre, a distanza di vent'anni, quel magico amalgama di classe e incanto che purtroppo in pochi hanno avuto il piacere di assaporare al di fuori delle terre finlandesi, ora come allora.

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