Quando uscì alla fine del 2004, i giornalisti musicali lo osannarono come “una sorprendente contaminazione tra metal e rap”. In realtà ciò è vero solo al 50 per cento, le canzoni sono orride e i Linkin Park sono già fin troppo rappettari, con un pur abile e simpatico DJ (Joseph Hahn) e un MC (Mike Shinoda) che invece non lascia alcun segno e che si dà molte più arie di un Fred Durst qualsiasi.
“Collision Course” è la peggiore immondizia musicale da me mai sentita e la terza e definitiva dimostrazione (dopo “Reanimation” e “Live In Texas”) della mancanza quasi totale di creatività dei Linkin, specie del loro antipatico rapper e produttore. Forse Shinoda già allora pensava ai Fort Minor, ma anziché anticiparli scrivendo pezzi nuovi insieme a Jay-Z, fonde le hit del suo “Black Album” con quelle della sua band. Ottenendone remix cafoni ed orripilanti.
Le tracce? “Big Pimpin’ /Papercut”, “Numb/Encore” e “IZZO/In The End”, brani pseudo hip hop con arrangiamenti che fanno vomitare; i rifacimenti di “Dirt Off You Shoulder” e “99 Problems”, che sembrano caricature gangsta di Metallica, Papa Roach e P.O.D.; e “Jigga What/Faint”, inutile e stucchevole al confronto con “Faint/Toxic” (già in rete e creata da MTV stessa), divertente deviazione linkinista del singolo di Britney Spears.
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