"Quindi mi ami totalmente?

Totalmente, teneramente e tragicamente."

Il film, tratto da un romanzo di Alberto Moravia, racconta del rapporto tra Paul (il grande Michel Piccoli), uno sceneggiatore italiano e sua moglie Camille (l'affascinante Brigitte Bardot) e di come in un rapporto d'amore si possa insinuare la punta del disprezzo, della perdita di stima che porta dritto all'indifferenza. La bellezza di questo film è data appunto dalla tristezza che ci coglie quando un rapporto splendido si incrina e va a scivolare nelle distanze, nei silenzi, nei non detti. La splendida musica del film e le bellissime immagini girate sul mediterraneo rendono ancora più agghiacciante e sofferente questa rottura, questi spazi luminosi e bellissimi non aiutano a chiarirsi a parlare, ma aumentano le distanze e gli sguardi muti.

Perchè il disprezzo? Il disprezzo nasce perchè Paul, sembra accettare le insistenti avances, che l'odioso produttore americano del prossimo film (quindi quello che dovrebbe dargli lavoro), fa nei confronti della sua bellissima moglie. Paul è un uomo in crisi, in un bivio tra l'accettare il lavoro così da potere garantire una casa piu bella a lui e la moglie e quindi tollerare il corteggiamento o mollare tutto e spaccare la faccia a quell'uomo viscido. Gia quest'incertezza, questo tergiversare porta la moglie a perdere la stima in lui, a disprezzarlo appunto.

Il film che si sta girando è l'Odissea, Paul riuscira ad esser un nuovo Ulisse e recuperare la via di casa, il rapporto puro e l'essenza del rapporto con la sua Penelope? questa è un'associazione che il regista ci propone e che trovo troppo semplicistica, troppo scontata. Son passati appena 3 anni da "A bout de souffle" e Godard, pur mantenendo il suo solito stile originale e nuovo, sembra aver perso un po di spontaneità, di freschezza.

Attraverso il gioco di rapporti tra il regista del film, Fritz Lang in persona, e il produttore americano, che vuole un odissea piu commerciale, tra la crisi tra Paul e Camille, Godard intendeva fare anche un discorso sul cinema in generale (difatti ogni tanto ci suggerisce questo mostrandoci delle frasi) sulla crisi del cinema, sul dissidio tra arte e commercio. Trovo che anche questo discorso rimanga poco sviluppato, ciò che rimane di questo film sono le stupende immagini iniziali dei due amanti chiusi nella penombra del loro amore, l'uso del colore che non è naturalistico ma è forzato (la lunga scena in casa tra i due e l'uso del rosso) e quel groppo in gola che rimane vedendo la sofferenza di una perdita, di un allontanamento che ci fa pensare quanto possano essere fragili anche i rapporti piu profondi.

N.B. Il film da vedere è quello in francese con sottotitoli in italiano! La versione italiana è scandalosa: son stati tagliati circa 20 minuti, è stata alterata la musica e i colori e pure il finale tanto che Godard stesso non l'ha piu riconosciuto come film.

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