Jeb Loy Nichols? E chi sarebbe costui? Uno bravo, molto bravo, e anche uno dei tanti "trombati" della grande industria discografica; due categorie di artisti che, purtroppo, in molti casi coincidono. Songwriter brillante e dotato di uno stile molto caratteristico e riconoscibile, originario del Wyoming ma trapiantato da molti anni in Galles, comincia a farsi conoscere nei primi anni '90 come leader dei Fellow Travelers, band fondata insieme alla moglie Lorraine Morley, un'esperienza che gli permette di attirare l'attenzione di una major, la Capitol, che nel 1997 pubblica il suo primo album solista, "Lovers Knot". Il singolo di lancio era "As The Rain", bella canzone, bel video, critiche positive, ma per quanto riguarda quello che ad "essi" importa veramente (le vendite) ben poche soddisfazioni. Probabilmente lo stile di JL Nichols era, ed è tuttora, troppo "obliquo" per far presa su un pubblico vasto, le sue raffinate alchimie folk-country-jazzy sono un "crossover" atipico, elegante, in punta di piedi, un compromesso che, in termini commerciali, non ha pagato. Tuttavia, poco male: fortunatamente, Jeb non si è perso d'animo ed riuscito a costruirsi una carriera stabile, arrivata ad oggi al nono album, che è appunto questo "The Jeb Loy Nichols Special" del 2012.

Questo disco è stato pubblicato dalla Decca, succursale della Universal; quindi, dopo molti anni passati girovagando da una piccola label all'altra, rappresenta un ritorno, pur se in punta di piedi, nel magnifico mondo delle majors per questo brillante songwriter gallese d'adozione, ma che non dimentica affatto le sue radici. "The Jeb Loy Nichols Special" è un album misto, sette canzoni sue e cinque cover, queste ultime tutte di artisti country più (Merle Haggard, Townes Van Zandt) o meno noti, ed ha un fascino tutto suo. JL Nichols ha una voce suadente, vellutata, leggermente nasale, di gran classe e fascino affabulatorio, che riesce a trasmettere con assoluta efficacia entrambe le personalità che convivono armonicamente in quest'album. TJLNS ha una doppia anima: suit & tie, bollicine di champagne, classe crooneristica, ma anche jeans e camicia a quadri, whiskey, scorci di America rurale. Un incontro tra mondi che trova la sua rappresentazione più evidente in "Country Music Disco 45", evocativa narrazione blueasy-western impreziosita dall'alternanza tra inserti di armonica e archi, ed è solo una delle tante delizie che questo "Special", di nome e di fatto, ha da offire: serenate come "People Like Me" e "The Quiet Life" affondano letteralmente l'ascoltatore in strati su strati di finissimo raso, melodie rilassate, una voce dal fascino magnetico, classe purissima. "Going Where The Lonely Go" di Merle Haggard è un altro momento importantissmo, nonchè un bel tributo a una canzone che, con ogni probabilità, ha avuto una fondamentale importanza per la formazione artistica di Jeb Loy; la sua versione non raggiunge l'assoluta bellezza dell'originale, ma si tratta comunque di una rilettura assai brillante, jazzata, affidata ad ottoni e organo Hammond, una rilettura personale, che dimostra una grande abilità nel "cucirsi addosso" del materiale non suo.

Poi una luminosa "Ain't It Funny", con un bel crescendo soulful nel finale, l'impeccabile jazz-pop di una sorniona e ammiccante "Different Ways For Different Days" in apertura, e le sfumature un po' più scure, più "polverose". Per queste ultime si affida alle cover, colpendo nel segno soprattutto con "Hard Times" e "Things Ain't What They Used To Be (And Probably Never Was)", scarna e ipnotica la prima, più spirituale la seconda, intrisa di un feeling western-coheniano, ma ci mette anche molto del suo, lo dimostra con "Nothing And No One", breve, classica, accompagnata unicamente da una steel guitar e "Disappointment", articolato flusso di coscienza blues che si snoda tra tortuose, irregolari linee di piano e un regolarissimo, metodico contrabbasso. Insomma, veramente tanta roba, anche in senso letterale: "The Jeb Loy Nichols Special" è una collezione di sonorità variegate unite da un minimo comune denominatore: una voce d'oro e approccio da perfetto smooth operator. Calda, raffinata, fascinosa, la musica di Jeb Loy Nichols è roba per palati fini... purtroppo. Si, ho detto proprio purtroppo: non è giusto che artisti come lui siano così poco conosciuti, questa non è roba di nicchia, è popular music fatta a regola d'arte che potrebbe tranquillamente essere per tutti: chi, sentendo un pezzo come "People Like Me" non si metterebbe subito a canticchiarlo con aria beatamente estatica, mi chiedo? Nel mio mondo perfetto le luci della ribalta, i grandi palcoscenici sarebbero cosa sua, non delle Adele di turno.

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