Prendete una piccola, stupida ed insulsa cittadina americana della provincia più profonda. Prendete un afoso, umido, insopportabile pomeriggio texano.

Poi prendete un cieco stronzo. No, non ho detto "non vedente". E neanche "disabile". Non ho detto che "loro" sono tanto più sensibili di noi. Non sono mica stronzo. È il cieco che è stronzo. E per inciso, è un cieco stronzo che ha sostituito un negro storpio a fare un lavoro stupido e malpagato. No, non era un afroamericano diversamente abile. Era proprio un negro storpio.

Prendete il sig. Harold, che apre la soglia di casa e vede questo povero disabile che ha bisogno di aiuto e lui non è che abbia tanta voglia di darglielo, ma mica si può fare la figura dei porci razzisti discriminatori che non aiutano nemmeno chi è meno fortunato di noi... E allora prima lo aiuta a terminare il lavoro, tosando il prato del suo vicino, rimediando anche un bel pugno sul muso da parte del vicino stesso, e poi se lo porta in casa a vedere il wrestling dei nani alla tele. O meglio, il sig. Harold guarda, il cieco ascolta e basta, com'è logico che sia. E sì, ho detto proprio nani, non ho mica detto... Qual'è il termine politicamente corretto per "nano"? "Diversamente alto"? Insomma ci sono questi tappetti che se la danno di santa ragione facendo un sacco di smorfie. Sapete, il pubblico va in visibilio a vedere questa roba.

Prendete la moglie del sig. Harold, una battista purosangue tutta preghiere, buone azioni e sermoni televisivi della domenica. Quelle vanno matte per i ciechi. Anche per gli storpi. Proprio come Gesù. Anche se non risulta che Gesù si sia mai trovato in una situazione tanto merdosa quanto quella del sig. Harold. Chissà magari, in quella situazione li avrebbe amati un po' meno.

Prendete quello schifoso d'un cieco che piano piano si insinua nella vita e nella famiglia del sig. Harold, gli ammalia il figlio mostrandogli le prese del wrestling, gli seduce la moglie a colpi di citazioni del Vangelo e alleluia. E gliela tromba pure. Prendete una famiglia soggiogata, incapace di reagire, prona di fronte al luogo comune secondo il quale "bisogna aiutare i più bisognosi", e "loro sono sfortunati, quindi puri di cuore".

Prendete il sig. Harold che, in preda alla disperazione, fa finta di accompagnare il cieco stronzo a prendere un gelato e lo molla in mezzo alla strada. Prendete due nerboruti energumeni che lo raggiungono in auto poco dopo, e lo gonfiano di sgananassoni, così impara ad abbandonare un povero non vedente.

Avete preso tutto questo? Bravi. Avete ottenuto "Un signor giardiniere": l'antitesi lurida, sguaiata, meravigliosamente politically uncorrect di "Cattedrale" di Raymond Carver.

Prendete Godzilla in terapia di riabilitazione. Deve seguire i dodici punti del programma per disimparare a mettere a ferro e fuoco le città, disintossicarsi dallo smembrare e spiaccicare gli umani. Prendete uno che si compra una bambola gonfiabile, ci parla, se ne innamora, ma questa si monta la testa e lo fa diventare... Un bambolotto gonfiabile. Prendete una coppia che si odia, gli unici due sopravvissuti all'olocausto nucleare, che comunicano solo attraverso un tatuaggio che lei fa sulla schiena di lui per ricordargli che è l'unico responsabile della morte della loro figlia. Prendete una migrazione di pesci fantasma da un'altra dimensione. Prendete un deserto infestato da Cadillac e zombies, preti folli e suore in giarrettiere e mutandine di pizzo. Prendete un'arena in un posto sperduto della provincia americana, dove due sconosciuti si massacrano di botte solo per soddisfare le manie e le voglie di un pubblico di bifolchi psicopatici.

Prendete tutto questo, godetevelo, assaporatevelo, portatevelo sotto l'ombrellone in questa afosa ed insulsa estate. E anche voi ripeterete con me: lunga vita al genio Lansdale.

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