Davanti a un disco capolavoro come questo verrebbe voglia di adoperare terminologie come 'musica colta', 'progressive-jazz', contaminazioni e sperimentalismi e ricercare paralleli importanti con artisti diversi come Can, John Coltrane, Sun Ra Orchestra. Termini altisonanti e paragoni scomodi che tuttavia dopo avere ascoltato 'Simultonality' (Eremite Records) vi sembreranno invero giustificati dall'alta qualità del prodotto e dalla unicità delle registrazioni proposte.
Joshua Abrams è un nome importante per quello che riguarda la scena musicale di Chicago. Ha collaborato e suonato con artisti come Tortoise, Matana Roberts e Godspeed You! Black Emperor. Joan of Arc, David Grubbs, Sam Prekop.
Già nel 2015 aveva stupito le scene musicali americane più intellettuali e non con la pubblicazione di 'Magnetoception', sempre accompagnato dalla sua Natural Information Society, un disco nel quale egli invece che suonare il basso, si dedicava alla sperimentazione del suono del guimbri, uno strumento a tre corde di origini nord-africane, che introduceva in un contesto di musica concreta rimescolata in un contesto jazz progressive psichedelico.
Il disco fu giustamente acclamato come uno degli episodi di musica sperimentale più sensibili dell'anno, per chi scrive parliamo effettivamente di un capitolo imperdibile della musica degli ultimi anni, così come allo stesso tempo risulta essere incredibilmente efficace e qualitativamente difficilmente raggiungibile anche questo secondo lavoro.
Parlo appunto di 'Simultonality', disco registrato tra Chicago e Montreal tra il 2014 e il 2015 e prodotto da Abrams con Michael Ehlers, che aveva lavorato con il gruppo anche in occasione del primo disco.
La formazione dei Natural Information Society è pressocché la stessa che quella di 'Magnetoception'. Joshua Abrams suona il guimbri e il basso; Lisa Alvarado l'harmonium; Michael Avery la batteria e le percussioni; Ben Boye il piano e il wurlitzer; Ari Brown il sassofono; Emmett Kelly la chitarra elettrica; Frank Rosaly ancora alla batteria e alle percussioni.
Una scelta specifica di Abrams quella di avvalersi di due batteristi e che è alle basi delle composizioni del disco e che pure giustifica da solo tecnicamente il titolo dell'album.
'Simultonality' è composto da cinque tracce in cui Joshua Ambrams e la NIS mescolano quella che potremmo definire come musica folk tradizionale con l'utilizzo di atmosfere venate da tropicalismo; musica elettronica minimale nello stile della YMO e math-rock; progressive jazz con quella ripetitività ossessiva e ipnotica tipica del kraut-rock.
Il Guardian ha parlato di un disco che suona come i Can di Jaki Liebezeit che fanno una jam session con Philip Glass: una definizione divertente e che rende in parte i contenuti dell'opera, la cui maggior parte delle composizioni si avvicina e supera talvolta i dieci minuti di tempo.
Lo scopo finale del disco, praticamente una serie di session stumentali di musica cosmica lavorata con cura come ceramica plasmata sapientemente dalle mani dell'artigiano, sembra essere un ideale incontro tra la tradizione della musica africana e in generale della parte meridionale del nostro pianeta, con le spinte più sperimentali e avanguardistiche di strumentalisti come Philip Glass, La Monte Young, Steve Reich oppure di quella grande esperienza che fu la no-wave tra la fine degli settanta e i primi anni ottanta a NYC, ma allo stesso tempo riprendendo la grande lezione della musica psichedelica di Sun Ra e de l'afrobeat di Fela Kuti.
Definitivamente uno dei dischi meglio rappresentativi di una nuova fase della storia della razza umana.
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