Avvolte in determinate occasioni, bisogna rimanere inerti come delle statue ed assistere lo svolgesi delle epoce, dei minuti e delle ore che riempiono il vuoto cirostante nel mondo. In alcuni momenti però, l'evolversi continuo e costante del ciclo umano della vita quotidiana di tutti i giorni, comporta un cambiamento radicale sia nelle società e sia nei costumi, inerenti alle tradizioni adeguate ai bisogni ed alle peculiarità delle esigenze affine all'uomo. Ci sono storie che andrebbero tramandate ai posteri, storie che andrebbero insegnate e raccontate ai bambini di oggi e quelli futuri che verranno, con l'unico scopo di trasmettergli passione, amore, sacrificio ed un eventuale crescita spirituale. I fanciulli per apprezzare la gioia di vivere hanno bisogno di sogni, di speranze, di una meta per far sì che il loro ruolo in questo mondo, il quale giace nel vittimismo e nella pazzia, possa trovare un valore tale da poter coincidere con la consistente pienezza di risiedere nell'universo in tutta la sua interezza.

C'era un uomo polacco di nome Yahiel De-Nur che fu prigioniero nel campo di sterminio nazista di Auschwitz, estirpato della sua libertà, mentre i componenti della sua famiglia furono tutti uccisi. Il cammino di quest'uomo è avvolto nella paura e nell'inquietudine, quando egli decise di scrivere il suo celebre romanzo "La Casa Delle Bambole" scelse di firmare i suoi scritti con il nome comune a tutti i detenuti Ka- Tzetnik (le cui iniziali si riferiscono al Konzentration Zenter"Campo di Concentramento") che come lui videro la loro vita sfuggire come foglie nel vento, come petali di rosa che si posano nel ventre di quella terra linciata dalla guerra che pian piano divorò tutta l'Europa. Il quadro del suo romanzo è una manifestazione di culti sanguinari, è una rappresentazione di una società perversa e contorta, la coscienza dell'uomo diviene l'emblema dell'ipocrisia spiccata e dell'ignoranza. I protagonisti del romanzo sono mostri che ruotano intorno alla meschinità più totale, macellai perversi che coltivano il potere a discapito di altri loro simili, la società di Yahiel è una comunità sclerotizzata per mancanza di libertà. La vicenda narra di una ragazza che lavorava in fabbrica, poi portata via in seguito ad una battuta notturna, venne prima accompagnata in un campo di lavoro e poi in un campo di prostituzione, dove le ragazze più belle avevano il "privilegio" di diventare lo strumento di piacere dei soldati tedeschi, venivano violentate, stuprate e ridotte in schiavitù, trattate come se fossero un fottuto oggetto da poter utilizzare come fonte di lussuria, per soddisfare le fantasie più arcane e perverse dei soldati che militavano quei campi di sterminio nazisti.

Nel 1977 quattro ragazzi inglesi di Salford,  Bernard Sumner, Stephen Morris, Peter Hook e Ian Curtis decisero di formare una band il cui nome sarebbe stato un omaggio al romanzo di Yahiel. Con i simboli hitleriani, i Joy Division di Ian Curtis fecero un gioco ben più torbido di quello di Gainsbourg. Il nome stesso del gruppo è la traduzione di Freudenabteilung, i bordelli predisposti nei campi di concentramento femminili per allietare i carnefici. Un anno dopo la loro nascita il quartetto inglese registrò il primo EP negli Pennine Sound Studios.

"An Ideal for Living" vide la luce nel giugno del 1978, egli è dunque il simbolo della libertà, quattro traccie delicate che attraverso il carisma e l'interpretazione del grande Curtis vogliono adurre l'ascoltatore ad evadere quei sobborghi infami, nascosti nei meandri più loschi e bui di quella generazione che vuole fuggire, vuole scappare da quella società avvolta nell'ombra, sotto gli sguardi ossesionati dalla funeste ira del nazismo. Ma forse ha paura delle conseguenze, forse è rimasta traumatizzata. Ma è qui che nasce "An Ideal For Living", una testimonianza che si presenta come una sorta di speranza per le generazioni a venire. Curtis lo sapeva bene, conosceva l'angoscia e la solitudine che furono costrette a subire quelle persone addette in quei maledetti campi, la sua voce è un urlo contro il potere, contro quegli uomini attratti dal materialismo che li rende così frivoli, così atroci.

Questo EP  fu prodotto in edizione limitata in 1000 copie, dove viene raffigurato la figura in bianco e nero di un membro della Gioventù Hitleriana che suona un tamburo con le parole JOY DIVISION stampate in scrittura gotica. Sono quattro traccie plasmate da un'anima forgiata da uno spirito libero, spogliata dalla sua timidezza e paura. Si parte con "Warsaw", inizialmente questo nome fu scelto da Curtis come nome della band, con un testo dalle tinte oscure, parole dal sapore quasi criptico. Già dall'incipt del brano Curtis pronuncia una serie di numeri 350-125... GO!!!! Questa sequenza di numeri indica probabilmente un codice seriale di qualche soldato nazista. il suono e le liriche proseguono drastici, accompagnati dalla voce di Curtis come se fosse una sorta di manifestazione assorta in musica. Ci ritroveremo poi nella meravigliosa "No Love Lost" brano ispirato al libro di Yahiel citando appunto un passo del romanzo....

"Through the wire screen, the eyes of those standing outside looked in at her as into the cage of some rare creature in a zoo. In the hand of one of the assistants she saw the same instrument which they had that morning inserted deep into her body. She shuddered instinctively. No life at all in the house of dolls.
No love lost. No love lost"

Non ci sono parole per descrivere il contenuto, questa song rappresenta la prova lampante dell'arte dei Joy Division, il connubio tra l'anima più delicata del quartetto inglese ed il loro modo dal punto di vista scenico attraverso le digressioni e le movenze di Curtis (vero Leader della band). "Leaders of Men" consiste invece in una sorta di rappresentazione del ruolo del capo, di quello che deve risolvere i problemi sollevati nel baratro di una povertà simbolo della civiltà di quel periodo. Una melodia supportata da un'orchestra di poderose chitarre e con la monumentale interpretazione di Ian. Il compito di chiudere questo che forse è uno degli EP che resta oggi tra i più influenti dischi della storia della musica moderna, capace di educare le generazioni future del filone post-punk e della new wave è affidato a "Failures". Mediante i suoi 3 minuti di musica e testi pregni di passionalità e malinconia, raccoglie l'arte e l'impegno di questa band, che sarà il pilastro fondamentale dei dischi che seguiranno.....

"So long sitting here,
Didn't hear the warning.
Waiting for the tape to run.
We've been moving around in different situations,
Knowing that the time would come.
Just to see you torn apart,
Witness to your empty heart.
I need it.....need it....need it"

Carico i commenti...  con calma