Julian Cope
Fried

Sssstos! Pac! Ogni tanto li rimetto su, i vecchi vinili. Questo all'epoca l'ho consumato, poi di recente ne ho visto la riedizione in CD. La prendo, non la prendo... Per le vecchie registrazioni su cassette il dubbio non esiste, ma per gli lp... Mah! La saga di "Reynard The Fox" apre la prima facciata, ed è subito psichedelia pura su solida MELODIA POP. La batteria è tutta sul canale sinistro, mentre la triste storia della volpe (è inglese, la cacciano) ci viene raccontata in versi e suoni, fino all'esplosione finale. Ptoof! Bill Drummond - un tizio che se non ricordo male stava col buon Julian nella lacrima che esplode - Said qualcosa. Non so bene cosa, ma il pezzo è "Sixties Pop In The Eighties". Perfetto, poi "Laughing Boy" riesplode con flashes barrettiani, e per "Me Singing" ci risiamo con quanto detto per la seconda traccia. Chiude la facciata un'altra perla, "Sunspots", molto sixties nell'andamento con orchestrazione finale.

Pssst! Ttoc! Giriamo il disco - pallazze! col Cd non mi muovo ... - . "The Bloody Assizes", con giro tipo giga che da un momento all'altro credi che in soggiorno ti si materializzino i sette fratelli per le sette sorelle....Che dire, JC era (è) proprio fulminato! "Search Party" dalle parti di "Laughing Boy". Poi il re del caos suona il piano di traverso. "Holy Love" è soave melodia su arrangiamenti articolati, ma mai stucchevoli, e il gioiello su chiude sull'organo chiesastico di "Torpedo", con una ppssssicholitanìa intonata dal nostro. Altri mondi. Musica con la M gotica, ancora oggi come allora nell'84, quando neanche ventenne mi ipnotizzavo con queste onde per la mente - altro che paste! No Contest: cinquequinti!

PS: l'anno dopo uscì un doppio EP con remix di "Sunspots", la filastrocca elettrica "Mik Mak Mok", il trip di "I Went On A Chourney" - e si sente, JC! - e la prima versione di "Land Of Fear", con batteria in più rispetto alla versione che finì poi su "20 Mothers". Altro scrigno di preziosi, aggiunto in bonus al CD. Una sola parola: accattatevillo!