L'album inizia con una chitarra hawaiana molto rilassante, la voce da cane bastonato di Justin dopodiché la canzone prende ritmo, un ritmo incessante, un breve intermezzo di Akon e va a sfumare. Così inizia My World 2.0, il primo album (dopo un Ep) del sedicenne prodigio Justin Bieber.

Non me lo sarei mai aspettato, quest'album è così profumoso e nuovo, si sente la rivoluzione imminente, questo ragazzo è destinato a cambiare il volto della musica pop.

Somebody to Love è un'altra ottima traccia di musica elettronica che sembra attraversare gli anni incolume dalle mode e dai cambiamenti, si sende in sottofondo un rumorino che ricorda qualcosa dei ritmi etnici e iperspaziali di Brian Eno. Una spirale in moto perpetuo che risucchia la mente.
Si procede con Stuck in the Moment, una marcetta incessante che mostra anche l'estrema sensibilità del cantante con vocalizzi estremamente sottili e a tratti effemminati. Una persona ormai, che ha bisogno di amore, è cresciuto troppo presto.
U Smile, una bellissima ballata jingle al piano con percussioni risaltate e voce modificata. Tutte le canzoni sono ottimo pop di come non se ne vede da tempo (tranne Eenie Meenie). E questo Bieber di cui affiora l'anima in diversi momenti anche con voce effiminata.

L'album è partito senza troppe pretese, un pò demoralizzato, ma che si riprende con Runaway Love, atmosfere ovattate da Grand Hotel e niente...

Altre due tracce di musica che si rifà agli anni '80, Never Let You Go che puzza di vuoto cosmico e Overboard, il capolavoro del disco (un rap rallentato con la cantante dalla voce cristallina Jessica Jarrell e un coro di violini e pianoforte, qualcosa di celestiale) prima di arrivare alla traccia più debole del disco ma che è anche diventata una delle più famose di Bieber, una filastrocca in coppia con Sean Kingston che riesce veramente ad imbarazzare chi la ascolta.

Up è più o meno uguale alle altre se non fosse per un organo da chiesa che è presente in sottofondo per tutta la durata della canzone, alcune volte si innalza celestiale creando atmosfere ferrose soprannaturali.

E si conclude in sordina con That Should Be Me, una ballata per chitarra classica che porta all'addio di questa fantastica rivelazione canora. Un album che non si è voluto far notare ma che ha riscosso molto successo. Mi sembrava giusto segnalarvelo. Un ottimo regalo natalizio per la vostra fidanzata, ma solo se non superate i 16 anni, perché il disco pur essendo buono/ottimo rimane un'opera bambinesca e molto ingenua.

Un disco che va ascoltato passivamente, propone molti paesaggi da sogno.

Continua così, Justin, siamo tutti con te!

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