"Bob Dylan e Picasso hanno sempre rischiato".

"Essere creativi significa ricombinare in modo unico le cose che già esistono".

"Voglio lasciare un segno nell'Universo".


S.J.

 Il mondo si divide in cultori di PC e adoratori del Mac. Due stili, due modi di essere, due mondi incompatibili e diversissimi tra loro.

Deus ex machina del "Mondo Mac" che per primo sentenziò l'idea di "un computer in ogni casa" è Steve Jobs.

Steve Jobs fece uscire i computer dalla nicchia di prodotti detinati al calcolo e al diagramma aziendale e sdoganò l'uso del computer per la casa e il tempo libero, che detta oggi fa ridere ma che alla fine degli anni 70 non era nemmeno plausibile come idea.

Steve a 20 anni e poco più (era il 1976), assieme a Steve Wozniak, vero geniaccio dei computer fatti in casa, nel garage dei suoi genitori, fondarono la Apple Computer Inc. e assemblarono i primi Mac conl'aiuto di altri ragazzi poco più che ventenni.

Nel 1980 la Apple venne quotata in borsa e i 2 ragazzi divennero da subito milionari. Nel 1983 la Apple entrò nelle prime 500 aziende TOP americane collocandosi al 411° posto.

Dichiarò Steve: "All'età di 23 anni valevo più di 1 milione di dollari, a 24 più di 10 milioni e a 25 oltre i 100. Ma non me ne preoccupavo perchè non ho mai lavorato per i soldi".

Nel 1985 la Apple era già un impero e Jobs, con scaltra mossa del consiglio di amministrazione, venne estradato dall'azienda e liquidato con altri fior di milioni.

Per molti la storia avrebbe potuto finire qui: vita da nababbo senza più problemi.

E invece, questo personaggio non volle darsi per vinto.

Nello stesso anno rilevò da George Lucas una "piccola azienda di cartoni animati computerizzati" chiamata PIXAR e la fece decollare in meno di 5 anni alla fama che oggi tutti le riconosciamo (nel 2006 la Walt Disney ha acquistato la Pixar alla modica cifra di 7,6 miliardi di dollari!).

Dopo di ciò, non contento e covando in gran segreto la vendetta, nel 1996 Jobs rientrò alla guida della Apple (che nel frattempo era andata a picco nelle quotazioni di borsa!) e la raddrizzò in meno di 10 anni facendola diventare quello che oggi tutti sappiamo.

Si dice peste e corna di Jobs: che sia un tiranno, uno ossessionato dal design, un perfezionista maniacale, un imbonitore senza eguali, un pazzo stakanovista, uno che si circonda di poche persone fidate e tratta a pesciate in faccia gli altri, un comunicatore eccellente, uno che ha rovesciato ogni schema imprenditoriale.

In questo libro di Leander Kahney (edito da Sperling & kupfer, 254 pagine a 16,5 €) sta racchiusa l'essenza del personaggio Jobs, le sue scelte di vita e l'iter professionale davvero da record di questo uomo che non ha mai sbagliato un colpo: dal Machintosh alla Pixar, dall'I-pod all'I-phone rivoluzionando (nel bene e nel male) usi e costumi della nostra società.

Un libro avvincente, anche se a tratti troppo idolatrante, che però delinea bene l'estro e la genialità di un uomo che ha dichiarato senza ritegno "la gente non sa cosa vuole: io si, basta dimostrarglielo".

PS: ...per chi non lo avesse capito, io uso il Mac :-)

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