Ma cosa faresti se non sapessi che dire? Cosa diresti se non sapessi che fare? Dire cosasti non se facessi che sape?

E' che non ho capito dove sono stato in quelle due ore e forse mezza. Mi trovavo in questo posto rettangolare in cui la gente parlava giapponese, ma delle scritte in inglese in basso mi aiutavano a capire. Mi ricordo che finivo in mezzo ai sogni di tutti i protagonisti della storia e, rotolato nell'abisso del non-sense onirico, dovevo seguire scrupolosamente tutti i dettagli delle vicende, quest'ultime talvolta fattesi fiumi che sfociavano in un oceano di merda densa e carnosa, Cronemberghiana, dicono i campioni.

Fermi. Ora sono in un disegno. E' nei disegni che si impara il valore della disciplina, penso.

Che bello quell'alberello di umani. Un bonsai coi coglioni alla base. Marrone chiaro. Forse prima c'era la pubblicità, un'interruzione.

Ma questa musica la sto inventando sul momento? O fa parte del tutto? Beh, la mente si impegna anche nel costruire un sottofondo.

E fra quelle tre signorine chi scelgo? Ma certo, è un sogno, ed io ho solo da scegliere. Ma loro parlano, parlano, parlano, e non fanno altro che chiacchierare. Senti che buon odore di surrealismo? Sa di focaccia.

Peccato che la ragazza con la racchetta non sia capitata nel sogno in cui dovevo scegliere. Sarebbe stata lei, ne sono certo. Oh, no. Una strana sanguisuga venuta fuori dall'ano di quell'uomo si è appiccicata al suo braccio: per fortuna è arrivato l'esperto. Dalla sanguisuga è nato mini umanoide, e l'esperto lo accusa di molestia, perché lei, beh, lei è solo una ragazza.

Ora si balla, che ridere sta base col metronomo. Che stavo dicendo? Ah sicuramente non mi verrai mica ad accusare adesso? Qualunque sia l'accusa io nossignore non l'accetto. Son cose personali no? Siam tranquilli, vero?
Le Polaroid di una volta.

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