Dai, siate sinceri: come fate voi italiani, innamorati del calcio e adulatori in segreto (sia mai che venga fuori!) di Calcutta, a farvi piacere 'sta roba? Cioè, seriamente, chi ve lo fa fare di dire che vi piace sto rap dritto dritto monocorde come sta minchia pieno di tematiche black-power della quali sotto sotto non ve ne frega un cazzo di niente? Ma chi ve lo fa fa' di ascoltare sta roba, chè non capite mezza parola e neanche Genius vi sa aiutare? Chi ve lo fa fa' di abbassarvi alla gusto dell'universitario nerd pitchforkiano contemporaneo medio?

Io sono sicuro che chiunque - in Italia - dica di amare Kendrick Lamar sia un miserabile conta palle, ma anche di più: uno stronzo coi controfiocchi, un inguaribile frustrato del cazzo, uno di quelli che spala merda su Drake e su Sfera Ebbasta perchè li ritiene poveri di contenuti e adatti solo a un pubblico di ragazzine in piena tempesta ormonale, quando in realtà è il primo che ogni volta che parte una di quelle noiossissime strofe iper-accelerate del Kendrickone non nazionale, vorrebbe trovarsi altrove: e invece deve stare lì, tutto tesissimo in una falsa espressione compiaciuta, con la succlavia che ha ormai le dimensioni di una canna di bazooka, a dire, sofferente, "che cazzo di bomba, eh?". Quando mi facciano tristezza i pecoroni che van dietro alle mode hip-hop dettate da bianchi americani, forse nessuno saprebbe esprimerlo.

Non so che farci, cari italiani che dite di amare Kendirck: non vi credo. Non vi credo anche perchè mi ricordo quando fino a sette anni fa spalavate merda sui Dogo e sul Truceklan dicendo che il rap era materia solo per primati cerebrolesi; mi ricordo quando ostentavate la superiorità aprioristica di ogni forma di musica fatta da chitarre sul rap, in quanto genere per babbi di strada non istruiti. Kendrick Lamar non parla per voi, e se potesse vi riderebbe in faccia a vedervi ondeggiare la testa sulle sue canzoni. "Il rap è uno sport violento", non una sigaretta.

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