Tutto ebbe inizio nel lontano 1967 quando Conrad Schnitzler, dopo aver studiato all'accademia d'arte moderna di Dusseldorf, si trasferisce a Berlino e incontra Hans-Joachim Roedelius. Scoprendosi accumati dalla passione per la sperimentazione sonora decidono di aprire, nel 69', lo "Zodiak Free Arts" club. Club  nato per permettere l'esibizione e l'incontro di giovani artisti appartenenti alla nuova ondata sperimentale, quella di fine 60', in cui per la prima volta musicisti di tradizione rock cominciano a contaminare le loro opere di suoni nuovi, sintetici, resi dalle nuove apparecchiature tecnologiche sviluppate rapidamente nell'ultimo decennio e già utilizzate in alcune opere avanguardistiche.

E' qui che Schnitzler incontra Froese. I due suonano assieme in alcuni concerti improvvisati e collaborano alla realizzazione del primo album dei Tangerine Dream, "Electronic Meditation" dove Conrad suona il violoncello. Nel giro del club c'è anche un certo Dieter Moebius che formerà, assieme a Roedelius, il primo nucleo dei Kluster. Il gruppo si completa nel tardo 69' quando Schnitzler, reduce dall'esperienza Eruption (con Klaus Schulze), si aggiunge al duo formando la line up definitiva che darà luce a tre album. Il primo, di cui parleremo, è "Klopfzeichen", uscito nel 1970 e registrato l'anno precedente.

L'album rappresenta l'unione di due componenti distinte: quella psichedelica, nata pochi anni prima, ispirata ai primi lavori dei Pynk Floid e ai Tangerine Dream di "Electronic Meditation", che fa uso di strumenti tradizionali distorti e filtrati, e quella dell'avanguardia elettronica, sviluppata principalmente dopo la seconda metà del secolo, in cui le composizioni hanno struttura prevalentemente cacofonica, senza ordine strutturale, ispirata ai lavori di Xenakis (vedi gli Electronic Works) e Stockhausen prima e Subotnick e Douglas Leedy poi.

Organo,violino, violoncello, chitarre, flauto e piano  passati attraverso unità echo ed effetti vari perdono parte della timbrica che li compone, tanto da risultare quasi irriconoscibili. Gli strumenti vanno a comporre un sound caotico, ossessivo, in cui le singole note diventano percussioni o rumori dal sapore decisamente industriale. La prima traccia è formata da 23 minuti di musica ipnotica, accompagnata per tutta la sua durata da una voce femminile che recita, in lingua tedesca, una fiaba moderna della Germania dell'Est, dando alla composizione un tono ritualistico marcato. La seconda traccia, circa della stessa durata, propone invece un suono completamente strumentale in cui convivono dissonanze, rumorismi, voci filtrate, che dipingono dei quadretti ambient-industriali eterogenei tra loro che vanno a formare, a mio parere, il punto più alto dell'album . 

Musica decisamente ostica quindi. Bisogna aver la forza di non accantonarla dopo i primi ascolti e proiettarsi con la mente negli anni in cui è stata concepita per capirne la vena innnovativa e la marcata portata sociale che si porta appresso, in quanto prodotto diretto del fermento e del desiderio di cambiamento della Germania di quel  periodo storico. Qualcuno ne vede anche la poesia, come Ed Pinset che descrive il chaos regnante in quest'opera così: "ogni loop o ripetizione è leggermente fuori sincrono in modo che ogni evento sonoro produca una nuova, caleidoscopica configurazione come un fiocco di neve che fonde su di una diapositiva".

Personalmente lo ritengo un album fondamentale, soprattutto storicamente, perchè da qui sono passate e dipartono diverse personalità che andranno a formare parte importante nella storia della musica cosmica tedesca (come i più noti Cluster, con la C), che a sua volta influenzeranno Eno e da qui tutta l'elettronica d'oggi. Musicalmente non rappresenta una novità assoluta, più che altro è l'unione in ambito "rock" di due correnti che si erano già in parte sviluppate in tradizioni diverse, la psichedelia nella musica popolare e l'elettronica nella musica colta. Disco difficile, che non mi sento di consigliare a tutti ma solo a chi è interessato a scoprire qualcosa in più sulla nascita del rock krauto di stampo elettronico.

7/10

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