Da qualche tempo a questa parte, quando si parla di una certa scena BM europea (mi riferisco a Francia e Germania in particolare) spesso spuntano fuori associazioni a prima vista strampalate, allo shoegaze in primis, oppure termini come post-black che farebbero venire un coccolone a un true blackster (ammesso che ce ne siano ancora, quasi estinti come il panda). Ecco, la questione non è di secondaria importanza, là dove si considerino le vicissitudini di un genere che nel volgere di un paio di decadi (o anche meno) ha esurito la carica propulsiva nichilista, misantropica, e perchè no poetica che lo informava con sincerità nei primi lavori stupendi dei soliti (più o meno) noti. Troppo spesso, ahimè, s'è fatto insensatamente abuso negli anni di un certo tipo di tematiche e di immaginario; e la musica... la musica... gruppi che hanno provato ad affrancarsi e ad indicare nuove strade come ad esempio gli Arcturus o gli H.O.P.E. (solo per citare i primi due nomi che mi vengono in mente, ma anche gli stessi MayheM di "Grand Declaration Of War") troppo spesso hanno predicato in un (quasi) deserto. Il blackster medio (che pensa che il nome Burzum sia semplicemente uno pseudonimo artistico di Varg Vikernes) si pasce, bontà sua, della propria ignoranza, e negli ultimi anni soltanto il filone depressive sembra essere riuscito (seppur con alterne fortune e risultati assai spesso discutibili) a tenere acceso ancora un funereo lumicino sulla lapide del black metal.

Ben venga allora lo shoegaze, ben venga anche il post rock e quant'altro (vi rimando a questa recensione di pochi giorni fa di StefanoHab), se innestati con intelligenza su una proposta musicale validissima come, in questo caso, quella del progetto Lantlôs del musicista tedesco e polistrumentista Herbst, che in questo 2010 sotto Prophecy Productions licenzia ".Neon", suo secondo lavoro, avvalendosi della preziosa collaborazione dell'altro polistrumentista francese Neige (già Peste Noire, Alcest, Amesoeurs, e altri), quì impegnato soltanto (si fa per dire) alle vocals. Il nome Lantlôs non è una novità fra gli addetti ai lavori, semmai garanzia di un black metal di qualità e mai banale, ed è proprio su standards già elevati che si innesta l'esperienza e la personalità del citato Neige per conferire a ".Neon" quel tocco di sublime che cattura l'ascoltatore sin dalle prime note. Quest'album non ha un solo momento di calo lungo tutta la sua durata, e sorprende anzi come Herbst e Neige siano riusciti in soli 40 minuti e sei tracce a mettere tanta carne al fuoco senza mai perdere di vista un filo conduttore fatto di luci tenui e soffuse, sentimenti disperati ma non per forza assolutamente negativi. C'è un'eleganza anche nel dolore, verrebbe da dire, e in ".Neon" questa sensazione traspare dalla produzione curatissima e cristallina tanto degli arrangiamenti quanto dei dei suoni, che mai tralasciando la matrice puramente black fatta di chitarre ultrazanzarose e blast beats furiosi riescono ad aprirsi a contaminazioni fatte ora di muri sonori tanto intelligenti quanto impenetrabili (prendiamo ad esempio la track "These Nights Were Ours"), ora di linee di basso cicliche e batteria quasi jazz (l'opener "Minusmensch" oppure la sorprendente "Pulse/Surreal"). La melodia è la linea guida di tutte le tracce, anche nei passaggi più tirati, nè mancano momenti più riflessivi che a tratti sembrano richiamare, inevitabilmente, gli Alcest più ispirati. 

Proprio la prova vocale di Neige è sopra le righe, il suo screming non è mai banale o fine a se stesso ma amalgamato benissimo di volta in volta ai vari passaggi di pezzo in pezzo, e anche all'interno dei singoli brani. E' difficile poter indicare una traccia rispetto ad altre, perchè la qualità resta elevatissima dall'inizio alla fine, sebbene ".Neon", è bene dirlo, non sia un album di facile ascolto. Richiede infatti diversi passaggi per poter essere assimilato al meglio, ma alla fine conquista e avvince inevitabilmente gli amanti delle sonorità più nere che non rinuncino a cercare anche in un album estrema raffinatezza e intelligenza. 

Personalmente amo molto "Coma", un brano che sembrerebbe scritto direttamente dai Katatonia di Brave Murder Day (e che infatti su quell'album non avrebbe sfigurato) ma che reca in sè una tetra freschezza che vi farà chiudere gli occhi d'istinto e, forse, scendere una gelida lacrima...

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