Ci sono degli album che in un un modo o nell'altro diventano lo spartiacque tra un "periodo" musicale ed un altro. Dal beat della fine dei '60, saranno Le Orme a parlare il nuovo linguaggio in Italia e l'album che segnerà il passaggio al progressive sarà "Collage" uscito nel 1971 per la Philips.
In puro stile Emerson, Lake & Palmer, Le Orme passano da una formazione con 5 elementi della fine degli anni sessanta a quella di trio: Aldo Tagliapietra, chitarra, basso e voce, Antonio-Toni Pagliuca, tastiere e Michi Dei Rossi alla batteria.

Il disco si apre con quello che diventerà una delle "sigle" del prog italico e che da' il nome all'album: "Collage". Pezzo strumentale, epico e classicheggiante, sinfonico pur senza l'uso dell'orchestra, non ovvio ma soprattutto molto innovativo per il contesto geografico-temporale. Gustoso l'intermezzo barocco, come sempre molto presente il drumming. Si passa poi ad "Era Inverno", uno dei brani più belli della produzione de Le Orme. Si parla di una esperienza con una prostituta, in maniera molto poetica e delicata. In questo pezzo ci sono tutte le caratteristiche sonore del gruppo veneto: la voce ieratica e le chitarre 12 corde di Tagliapietra, gli organi incisivi di Pagliuca e la batteria molto presente e ricca di fill di Dei Rossi. Nel pezzo c'è una lunga divagazione improvvisativa, più lontana dalla forma canzone del resto del brano, che diventerà nelle esecuzioni dal vivo ancora più lunga e "dura". Con il terzo brano, "Cemento Armato" si toccano temi "ambientalisti", cosa non banale per il periodo ed è ben in evidenza pianoforte e l'organo. Molto bello il finale. Arriva quindi "Sguardo Verso il Cielo", destinato a diventare uno dei pezzi più conosciuti del repertorio delle Orme. Anche qui la forma canzone classica viene molto "deformata", un brano che è davvero innovativo per il periodo e che dal vivo (sentire Le Orme de "In Concerto" del '74) diventa tappeto per evoluzioni tastieristiche e con un uso della batteria notevole, anche con la doppia cassa.
"Evasione Totale" cerca di creare atmosfere ipnotiche, ci riesce a tratti, sono evidenti però gli embrioni di quello che diventerà il suono  maturo delle Orme di "Felona e Sorona" che verrà pubblicato 2 anni dopo. Dopo la malinconica ed onirica "Immagini", il disco si chiude con la toccante  "In Morte di un Fiore": brano drammatico nel testo, ma con arrangiamenti ed armonie leggere, pezzo elegante e suggestivo.

La carriera delle Orme sarà lunga, i tre sono ancora attivi,  ma dopo la metà degli anni '70 sceglieranno di virare verso orizzonti più pop, mantenendo sempre alto il livello e la qualità, ma lontani dalla fantasia e l'originalità del periodo Prog (salvo recuperare dopo gli anni 90 da vivo), quello che ha inizio, non solo per il gruppo ma per tutto il rock.progressivo italiano con "Collage".  

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