Oggi parlerò di un gruppo italiano di cui non si parla mai abbastanza: Le Orme.

Questo famoso gruppo di prog italiano, attivo già negli anni 60, nell'anno 1972 pubblica uno dei suoi più grandi capolavori: "Uomo di pezza". Un album veramente eccezionale, che affascina con le sue irresistibili musiche (che ricordano in particolare l'infanzia - alcuni possono ricordare il loro padre mentre lava i piatti e ascolta Le Orme - è un'immagine ricorrente!), ma soprattutto stupisce per i suoi magnifici testi. Praticamente tutti infatti sono delle vere e proprie poesie, dove la fantasia viaggia come in pochi altri album del genere.

Si potrebbe quasi definire un concept album, dato che il tema principale di tutto l'ellepì è la DONNA. La prima canzone, "Una dolcezza nuova", ne è un esempio:

Colgo il tuo sguardo e lo stringo nelle mani,
C'è nei tuoi occhi una paura antica;
sogni di cenere s'infiammano ora in te.
Quando i timori si dissolvono tu credi in me.
Una luce che ti abbaglia,
La purezza nello specchio e tu
Ti avvicini a me.
Piange il cielo sopra i vetri
La tempesta è nel tuo cuore
Ti rifugi in me
Urla il tuono nello spazio
La tua voce è già un sospiro e tu
Tremi accanto a me
Colgo il tuo sguardo e lo stringo nelle mani
C'è nei tuoi occhi una dolcezza nuova
Nuova per te.

Il secondo brano è "Gioco di bimba", ancora più bello, uno dei più grandi apici della band (scusate, ma riportare alcuni testi è davvero inevitabile, leggeteli con attenzione):

Come d'incanto lei s'alza di notte,
Cammina in silenzio con gli occhi ancor chiusi
Come seguisse un magico canto
E sull'altalena ritorna a sognare.
La lunga vestaglia, il volto di latte,
I raggi di luna sui folti capelli.
La statua di cera s'allunga tra i fiori
Folletti gelosi la stanno a spiare.
Dondola, dondola, il vento la spinge
Cattura le stelle per i suoi desideri.
Un'ombra furtiva si stacca dal muro:
Nel gioco di bimba si perde una donna.
Un grido al mattino in mezzo alla strada,
Un uomo di pezza invoca il suo sarto
Con voce smarrita per sempre ripete
"io non volevo svegliarla così"
"io non volevo svegliarla così"

Il terzo è il brano più lungo del disco, e il potente prog delle Orme si propaga per poco più di 7 minuti. Eccezionale (non metterò il testo).

Segue "Breve immagine", brano che descrive un momento... E ho detto tutto!

Giochi di luce riflettono
I fuochi nell'acqua
Tenui colori si fondono
Dentro ai miei occhi
E' un' immagine dolcissima bellissima
E' un' immagine che vorrei sempre mia
Là dove il cielo finisce
Unendosi al mare
C'è una giovane donna
Sorride a me
E' un' immagine fuggevole brevissima
E' un' immagine che il tramonto porta via

Ora c'è uno dei brani che preferisco in assoluto, non solo per il testo, ma anche per la predominanza che ha il tastierista, che ci dona un assolo indimenticabile: "Figure di cartone"

In un mondo strano tutto tuo
Fatto di figure di cartone
E di tante bambole di stoffa, vivi tu
Vivi chiusa in quelle quattro mura,
Non ricordi chi ti ci ha portato
E conosci solo chi ora gioca con te.
Tu non hai le ansie del futuro
Per te il tempo non ha più valore,
Ciò che hai fatto ieri tu domani rifarai.
E nei tuoi sogni
Parli con gli angeli.
In un cerchio chiuso di pazzia
Hai perduto la tua giovinezza
Come un fiore tolto dal suo ramo a primavera
Dai un nome a tutte le farfalle
E confessi al vento i tuoi amori
Danzi sola nei corridoi vuoti quando è sera.
Stringi forte al petto il tuo cuscino
E sul muro bianco si disegna
il profilo di una donna con il suo bambino
E così felice ti addormenti.

Ultimi due brani: "Aspettando l'alba" e "Alienazione", brano strumentale (stupiti, neh?).

Conclusione: considero questo album fondamentale nel prog italiano dei 70, stupendo in ogni sfaccettatura, già solo a partire da una meravigliosa copertina. Una rappresentazione a 360 gradi del miglior rock concepito nel Bel Paese.

Chi non l'ha ancora ascoltato, ora ne ha l'OBBLIGO.

Consiglio inoltre: "Collage", "Felona e Sorona" e "Smogmagica".

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