Spesso si sente dire su Made In Japan dei Deep Purple "una copia di questo album dovrebbe essere presente in ogni casa", ok album capolavoro, ma penso si possa, anzi si debba estendere il discorso anche al Live At Leeds degli Who, At Fillmore East degli Allman Brothers, Jimi Plays Monterey ed altri fra i quali ci metterei queste BBC Sessions dei Led Zeppelin, che personalmente ritengo non abbiano niente, ma proprio niente da invidiare ai titoli citati.

Ricordo ancora il giorno che le comprai, era un sabato pomeriggio di Marzo del 1998, allora avevo solo la raccolta Remasters e The Song Remains The Same e, nella mia ingenuità, pansavo che in fondo non ci fosse molto altro da sapere sul Dirigibile, andai al negozio con l'idea di prendere un film in videocassetta, però poi fui come rapito da quella cover chiara, e da quei titoli, molti dei quali non figuravano ne in Remasters ne in TSRTS, ci pensai un po', alla fine le presi, e feci bene.

Queste BBC Sessions sono costutuite da registrazioni effettuate per la radio inglese fra marzo 1969 ed aprile 1971, e trasmesse in diversi programmi della stessa, quali Top Gear, One Night Stand, In Concert, ecc. Nel primo disco vi sono esecuzioni tratte da ben cinque diverse sedute, tutte del 1969, che ci mostrano i i primissimi Led Zeppelin, quelli più blues, alle prese col reperorio tratto dai primi due album, soprattutto il primo, più alcune ottime cover come "The Girl I Love She Got Long Black Wavy Hair", "Something Else" ed una "Travelling Riverside Blues" molto diversa dall'originale di Robert Johnson grazie all' interpretazione personalissima di Plant e ad un eccellente lavoro di Page che sfoggia un' invidiabile tecnica slide; un' esecuzione che sembra anticipare di qualche anno l'ottima "In My Time Of Dying" da Physicall Graffiti. Per le prime quattro sessions non si può parlare propriamente di live in quanto sono presenti diverse sovra-incisioni successive, si tratta comunque di esecuzioni più in presa diretta di quelle in studio, più spontanee e dal sound meno ripulito. L'ultima seduta di registrazione del primo cd invece è rappresentata da un vero e proprio live, quello del 27 giugno 1969 al Playhouse Theatre (Londra), finalmente con un pubblico al seguito. Quattro pezzi presi dal primo album, trentadue minuti di esibizione completamente dal vivo con tanto di improvvisazioni e variazioni sul tema, fra le quali una pirotecnica "Communication Breakdown" (di questo brano in totale, considerate le altre riprese, vi sono ben tre differenti versioni), "You Shook Me", "I Can't Quit You Baby" ed in chiusura una superba "How Many More Times". Un' esibizione di purissimo hard blues, nel complesso molto intensa, che da sola già basta a chiarire che razza di animali da palco fossero i Led Zeppelin dei primi tempi. Da precisare che quella sera furono suonate anche "Dazed and Confused" e "White Summer", che però sono state escluse dalla raccolta.

Ma se il primo cd già fa ribollire il sangue nelle vene, il secondo è forse ancora meglio, infatti è interamente dedicato al concerto del 1971 sempre a Londra, ma ai Paris Studios (il primo aprile, ma non fu uno scherzo). Allora Page & Company avevano già tre dischi alle spalle e stavano completando il quarto del quale suonarono tre brani. Quel giorno il pubblico presente ebbe la fortuna di assistere ad uno dei migliori concerti dei Led Zeppelin, performance che ci viene presentata quasi in toto con questo secondo cd, che nei suoi settantotto minuti accoglie dieci dei dodici pezzi della scaletta originale, mancano all'appello solo "What Is And What Should Never Be" ed il bis finale "Communication Breakdown", esclusi sia per motivi di spazio sia perchè entrambi già presenti nel primo cd. Ma aldilà di qualche omissione, non si può che rimanere a bocca aperta di fronte a quelli che sono alcuni dei più famosi classici di una band in grado di muoversi dall' hard rock di "Immigrant Song", "Heartbreaker" e "Black Dog" al blues sofferto di "Since I've Been Loving You", dalle improvvisazioni allucinate, con tanto di archetto, di "Dazed And Confused" al crescendo del capolavoro "Stairway To Heaven" (nel suo primo pasaggio radiofonico), passando attraverso episodi acustici come "Going To California" e "That's The Way", per poi avviarsi alla conclusione con riffone mitologico di "Whole Lotta Love", qui allungata con citazioni rock & roll e blues; in chiusura la splendida "Thank You", forse la ballad più bella degli Zep, con un assolo da brivido di Page. Tutti e quattro in grande spolvero, Bonzo come sempre devastante ed incontenibile, John Paul Jones musicista affidabile e concreto sia al basso che alle tastiere, Jimmy Page più ispirato che mai ed un Robert Plant a pieni polmoni; il risultato complessivo è quello di uno dei migliori live che il rock ricordi.

Fra gli album dal vivo dei Led Zeppelin queste BBC Sessions sono le mie preferite e le metto davanti anche all'ottimo How The West Was Won. Le preferisco innanzitutto perché penso che qui vi sia il miglior Plant di sempre dal vivo, il quale già dal '72 comincerà a viaggiare fra alti e bassi nelle esibizioni live, basta ascoltare la parte hard di Stairway to Heaven o il finale di Since I've Been Lovin You per rendersene conto. Poi, essendo registrazioni per programmi radiofonici, non fu consentito loro di sforare più di tanto con le durate, furono costretti a contenersi un po', ciò penso sia un bene, perché purtroppo dal vivo i quattro avevano il difetto (che per alcuni può anche non essere tale) di eccedere con le improvvisazioni strumentali; qui sono free form, ma senza esagerare. Personalmente preferisco una Dazed and Confused di diciotto minuti a quelle da venticinque e passa che verranno dopo. Ed infine di questi due dischi mi piace molto il sound, più grezzo, più sincero, più onesto e fedele all'originale rispetto a quello di HTWWW, che invece mi sembra un po' troppo "pompato".

Quando uscì, nel 1997, questo doppio fu accolto con grande entusiasmo da tutti gli estimatori del gruppo, i quali per circa vent'anni dovettero "accontentarsi" dell'unico live ufficiale The Song Remains The Same (un buon album, ma che sicuramente non ritraeva il Dirigibile al massimo della forma) o, in alternativa, ripiegare su qualche bootleg; ed a proposito, va detto che queste stesse registrazioni sono circolate per diverso tempo in quella veste "non ufficiale".

Insomma, direi che questa raccolta live è veramente da avere perché ci mostra i Led Zeppelin nella loro fase di maggior creatività, spontanei e diretti, in grado di arrivare all'ascoltatore senza indugiare, senza specchiarsi troppo nelle proprie doti ed ancora lontani dal manierismo che caratterizzerà alcune sucessive produzioni.

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