C'è questo libro, bellissimo fin dal titolo: si chiama «Born Losers», perdenti nati, perchè perdenti si nasce, non si diventa mica, e al primo urlo che lanci quando tua mamma ti sbatte fuori dall'utero hai già perso, se questo è il destino che qualcuno ha scritto per te. Il sottotitolo dice qualcosa, pepite e lastre di selce; dice tutto il sotto-sottotitolo, sulle orme degli eroi perduti e perdenti del garage-punk.

C'è questo album, bellissimo: si chiama «When the Night Falls». Dirlo bellissimo è stato per vent'anni un atto di fede, perché mica ce l'avevo né l'avevo mai ascoltato. Poi, quasi in contemporanea con «Born Losers» arriva «Power Hits!», che di «When the Night Falls» è la versione super espansa e ovviamente è bellissimo all'ennesima potenza, e questo lo affermo con cognizione di causa, avendocelo e avendolo usurato a furia di ascolti.

Album a nome di Leighton e Tito.

Leighton è Leighton, come Iggy, come Chandler, solo un nomignolo che significa già tutto e per chi significa poco o niente, allora quel “chi” il rock'n'roll non sa proprio cosa sia. Ad un certo momento Leighton sparisce e nessuno sa che fine abbia fatto e dal giudice si forma subito la coda degli aspiranti usurpatori per chiederne la dichiarazione di morte, figurati signor giudice, sarà crepato in qualche anfratto con un ago in vena, quel tossico del cazzo.

Tito invece di mettersi in fila si mette in cerca perché se Leighton fosse morto davvero un qualche dio sarebbe sceso in terra solo per prenderci a calci in culo per come abbiano lasciato corrompere il rock'n'roll. E anche se ci vogliono anni alla fine lo trova, sicuramente vivo, più o meno vegeto. A rimetterlo in sesto ci pensa lui, nel solo modo possibile: cazzo Leighton, fai quello per cui sei nato, tutto qua, e se serve qualcosa fatti vivo.

E, siccome Leighton si fa vivo, nasce così una di quelle tante storie improbabili che popolano il rock'n'roll e che nessuno si prende la briga di scrivere in nessuna seriosa enciclopedia, anche se sono le più belle, la si potrebbe banalmente dire amicizia, per me penso sia meglio dirla fratellanza in spirito carne e sangue. Ne vengono fuori giornate spese in una cantina adattata a studio di registrazione e nottate in giro per locali fuori mano tra Abruzzo e Marche dove quando appare Leighton gli sparuti avventori reagiscono immancabilmente come novelli Rolando, mentre in quei paraggi il buon Tito è uno di casa, da bere ce n'è quanto volete e un piccolo spazio ve lo rimediamo, solo microfono chitarra e amplificatore dovete portarli voi.

Alla fine da quella cantina viene fuori «When the Night Falls», giusto giusto vent'anni fa, tredici pezzi bellissimi e vado in giro a predicarlo per vent'anni pure io, proprio come un atto di cieca fede, perché quell'album chi ce l'ha chi l'ha mai visto e chi l'ha mai ascoltato, io no di certo.

Almeno fino alla notte in cui un dio tra i tanti mi si para davanti e mi fa, Dani' la tua fede è stata premiata, beccati questo, e mi butta là «Power Hits!», io verso un sostanzioso obolo e lui si dilegua senza manco accennare a darmi il resto, ma ne è valsa assolutamente la pena.

Perchè «Power Hits!» è uno strepitoso viaggio nei meandri del garage-punk in 24 pezzi, i 13 che facevano «When the Night Falls» e altri 11 venuti fuori da quella stessa cantina in quegli stessi giorni. Ce ne stanno di famosi – «Teenage Head» e «99th Floor», «Milkcow Blues» e «No Friend of Mine», «No Fun» e «Signed D.C.» fino a «I Need You» – ci stanno quelli che ci sono sempre stati – «Get Out of My Life, Woman», Allen Toussaint via Morlocks – ci stanno quelli che non ti aspetti – «If You Could Read My Mind», Gordon Lightfood chitarra acustica voce e nient'altro, «No No No» e Leighton che canta in italiano – ci sta insomma tutta la viscerale passione di Leighton e Tito per scostumati bellimbusti come Purple Hearts e Ousiders, Nobody's Children e Murphy & The Mob, Q65 e Open Mind.

Ecco, la storia di Leighton e Tito me l'ha raccontata il Reverendo qualche secolo fa e la ritrovate pari pari raccontata dentro «Born Losers» e fosse solo per questo merita comprarselo; poi mentre divori compulsivamente le 500 paginette e fai andare «Power Hits!», quando Leighton e Tito prima ti prendono con «No Friend of Mine» e poi attaccano «Born Loser» vedi la luce e realizzi perché quella dei perdenti nati è l'unica parte da cui stare.

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