Ai fini della trama, le descrizioni sono inutili. Inutile descrivere paesaggio e personaggio. Inutile creare metafore per descrivere altro come voce, sentimenti, sguardi.

Molti libri diventano ottimi pur avendo una trama poverissima, solo grazie alle descrizioni.
Niente di male in questo.

Molti altri hanno una trama così forte che le descrizioni sarebbero solo di intralcio facendoti perdere il filo degli eventi che si susseguono. Frenetici. Parecchio.

E questo è il caso. Meno di cento pagine. Le finisci, dici "eh?!?", le ri-inizi.
Necessarie forse due letture per apprezzare al meglio. Fanne tre.

L'ultima gemma del - per molti e per me - più grande scrittore italiano, uscito postumo per volere testamentario.

Ulteriore nota di merito il fatto che la sua trasposizione (si dice così?) cinematografica coincide con l'ultima interpretazione di un tal Gian Maria. Volendo, quindi, si potrebbe parlare anche dell'ultima gemma del - per tutti i possessori di cervello - migliore attore italiano. Leviamo pure l'"italiano".

Inutile descrivervi la trama. Ambèh.

Vabèh, diciamo che c'è un caseggiato, un telefono, una Volvo ed un professore. Ed ovviamente l'immancabile Fantasma Formaggino, eroe Siciliano di ogni tempo. Pazzo proprio, una furia.

Ah, dimenticavo... alla fine muoiono tutti.

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