"Mlah" è un viaggio on the road. Anzi, dans les rues. Un itinerario multicolore che ti porta tra le vie di Parigi. No, non quelle sfavillanti e romanticone, per turisti distratti e avidi di sensazioni trite e ritrite e di locali alla moda. Parlo dell'altra capitale francese, quella che si respira attraverso le banlieues più povere, tra i ghetti dell'immigrazione, principalmente nordafricana, dove la quotidianità è una sopravvivenza continua, la Parigi dei respinti, di chi viaggia "in direzione ostinata e contraria". Un microcosmo che odora di spezie e puzza di sudore, figlio di un colonialismo che sembra ormai remoto.
"Mlah" è l'album d'esordio di questa poliedrica band: è un insieme di variopinti murales pennellati con una miscela di musica tradizionale francese, mediterranea, gitana e araba che dà origine, nel 1988, a qualcosa di piacevolmente fresco e moderno. Non fatevi fuorviare troppo da certe atmosfere festaiole e fracassone, i negretti verdi non sono solo un boato di letizia e vivacità ma anche e soprattutto pura poesia, dolore, emarginazione.
Les Négresses Vertes sono stati portavoce di quel disagio sociale che si riscatta attraverso l'arte e la musica di strada, dove le differenze etniche non esistono più e i muri divisori crollano grazie a un'esplosione di creatività e convivenza multiculturale. Analogamente hanno fatto i Mano Negra che con la loro "patchanka" hanno proposto stesse sonorità e contenuti in chiave più rock (rifacendosi un po' ai Clash) e meno tradizionali, rendendole commerciabili anche oltralpe. Un pout pourri di musica gitana, flamenco e pop, basato sulla stessa formula musicale, venne poi sdoganato definitivamente alla massa e banalizzato dagli insulsi Gipsy King, buoni solo per spot pubblicitari e un week-end in spiaggia senza pretese.
Il secondo album "Famille Nombreuse" consacra definitivamente il successo della band fino a quando il leader del gruppo, Helno Rota, muore nel '93 per overdose; evento che manda inevitabilmente in crisi il gruppo che, nonostante la grave perdita, pubblicherà dallo stesso anno fino al 2001 altri 5 album, per finire nel 2006 con la pubblicazione di "A l'Affiche"
Che dire ancora? Basta così, spero di avere incuriosito almeno un po' chi i Négresses Vertes non li conosceva o li aveva solo sentiti nominare e di aver reso un omaggio, anche se modesto, a questi lodevoli artisti francesi che su DeBaser, misteriosamente, erano latitanti.
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