Siciliana trapiantata a Torino dall'età di 14 anni, Claudia Lagona, in arte Levante, rappresenta un piccolo caso nel panorama musicale nostrano: divisa tra mainstream e scena indipendente, la nostra si è fatta notare un paio d'anni fa con un singolo, "Alfonso", che a un primo, distratto ascolto poteva farla sembrare l'ennesimo fenomeno radiofonico di breve durata, dal momento che, più che per l'interpretazione tragi-comica o per il suo azzeccato arrangiamento, spiccava un po' troppo per quel "Che vita di merda!" piazzato nel ritornello. Tutte le malelingue sono però state messe a tacere dall'album di debutto, "Manuale distruzione", che oltre a farsi apprezzare per il suo melanconico pop-rock dimostrava tutta la determinazione di una ragazza che si è fatta le ossa da sola, prendendo anche diverse porte chiuse in faccia, ed è infine riuscita a farsi notare solo con le proprie forze, senza passare per talent-show o programmi televisivi più o meno squallidi di sorta. Insomma, Levante il suo posto se l'è guadagnato e sembra quanto mai decisa a tenerselo, ma senza troppi compromessi: nonostante la pubblicazione sotto Carosello Records, il secondo album "Abbi cura di te" non fa che confermare le promesse che si intravedevano nel debutto.

La vena autoriale e la grinta della ragazza sono infatti le stesse dell'esordio e questa volta, oltre a una migliore scrittura, le canzoni si avvalgono di gentili tocchi di sintetizzatori e campionamenti elettronici che ben si sposano con le melodie che Levante intesse alla chitarra. Il risultato è un disco dalle sonorità familiari, ma ricercate, che alterna pezzi intimistici ed eterei ("Finché morte non ci separi", cantata con la madre, "Biglietto per viaggi illimitati", "Mi Amo") ad altri più grintosi ("Le lacrime non macchiano", lo scanzonato rock di "Caruso Pascoski"), alcuni più elettronici altri meno, ma tutti più o meno in grado di mettere in risalto anche la penna della ragazza: diretta, raramente banale, a volte tagliente (si legga a tal proposito il riuscito testo di "Pose plastiche") e spesso delicata, riesce a dar vita a testi gradevoli e in alcuni casi anche incisivi in maniera piacevolmente schietta, senza far ricorso a metafore piazzate a caso e/o campate in aria (non una volta in tutto il disco si scomodano notti, stelle e agenti atmosferici vari!) e senza incappare nella fastidiosa tendenza a considerare la sintassi e la grammatica italiana una mera opinione. Testi ben concepiti e di senso compiuto insomma, peraltro impreziositi da una voce che magari non piacerà a tutti, ma che con il suo timbro dolce-amaro sa dar loro sempre la giusta interpretazione e personalità.

Non manca a dire il vero qualche passaggio un po' incerto ("Lasciami andare", tentativo un po' forzato di fare un pezzo electro-pop a tutti i costi), forse dovuto al fatto che Levante ancora deve decidere se puntare più o meno sulla componente elettronica della sua musica, ma in generale "Abbi cura di te", oltre che un bel traguardo per un'artista come lei (in quanti emergenti qui in Italia arrivano dritti al secondo album?), rappresenta la conferma di una personalità che, scrollandosi pure di dosso il riduttivo appellativo di "nuova Carmen Consoli" (con tutto il rispetto per quest'ultima), sicuramente ci riserverà delle belle sorprese negli anni a venire.

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