Leviathan - Scoring the Chapters
1997 Corrosive Records

Essendo amante di musica ricercata e particolare, volevo porre all'attenzione di alcuni questo disco.
Forse un album dimenticato risalente al 1997, ma trovo che sia un buon prodotto di progressive rock metal.
La band in questione si chiama Leviathan e questo album si intitola Scoring the Chapters.
Si parte con l'intro Salvation, oscura ed allarmante con un parlato in sottofondo, per poi sfociare nella prima
canzone Friends Imaginary, song decisamente particolare e dal sound oscuro.
Ottima la voce di Jeff Ward per il timbro e l'interpretazione, mentre per quanto riguarda le parti soliste di chitarra
ad opera di Ronnie Skeen e John Lutzow, non stupiscono particolarmente per tecnica e virtuosismo.
Il lavoro chitarristico è ricercato nei riffs e abbastanza contenuto negli assoli, comunque si tratta di una buona prog
metal song.
Paying the Toll ha un riff iniziale alla Iron Maiden, ma poi si sviluppa per bene e contiene anche un buon ritornello,
un brano che scorre fluido.
In The Door ad essere in risalto sono il basso di Derek Blake e la batteria di Trevor Helfer, pezzo caratterizzato da numerosi
stacchi e sincopi.
Si arriva a If These Walls Could Talk, brano un po' prolisso dalla durata di quasi 7 minuti e mezzo e che in sostanza non
mi ha colpito più di tanto.
Si và meglio con All Sins Returned, song con un robusto e convincente riffing di chitarre e voce potente.
Il brano The Last King of the Highlands purtroppo non colpisce a pieno, nonostante ci siano buone intenzioni.
Idea per un brano acustico buona per Born Unto, ma non per la sua durata (ben 8 minuti !!!), ne bastavano 3 e mezzo o 4.
Attenzione perché adesso arriva un pezzo da 11 minuti, ma si tratta di vero progressive metal raffinato e molto articolato,
la song Turning Up Broken, questa mi è piaciuta.
Peccato per la song finale, invece di chiudere con il botto, i Leviathan optano per un altro pezzo acustico di oltre 8 minuti.
Ci sono alti e bassi in questo disco, ma questo forse è un po' una pecca del progressive metal, opere prolisse di tanto in
tanto.
Certo non è una regola precisa, ma sovente capita in un genere musicale così complesso.
In conclusione questo Scoring the Chapters è un buon disco che non ci fà gridare al miracolo.
Non si può paragonare ai mostri sacri del prog metal quali Dream Theater o Fates Warning, però qualcosina qua e là
c'è come idee e strutture.

recensione di Angelowar6

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