1991, West Hampstead, Londra.

Il mio piccolo loft con entrata indipendente e porzione di giardino, usata come discarica da vicini e passanti, sempre da ripulire per tener lontani gli insetti. A svettare di fronte, un edificio imponente in abbandono da anni, che un tempo aveva ospitato gli studi Decca di Broadhurst Gardens, luogo nel quale i Moody Blues si erano rinchiusi per preparare e incidere quello che sarebbe divenuto Days of Future Passed. Immaginavo Brian Jones e Marianne Faithfull scendere da una limo e poggiare i piedi su quel marciapiede, ma dovevo accontentarmi di ammirare i soliti alcoolizzati cronici, lunghi e distesi all'ingresso del supermarket adiacente, in attesa dell'apertura. Anche il mio quotidiano non brillava certo per esaltazione e inventiva, a base com'era di cibi precotti da scaldare e montagne di piatti da lavare.

Poi l'arrivo di mio fratello, e le sue parole: "Lo sai che non parlo inglese, devi licenziarti da quel lavoro del cazzo... ti finanzio io!" Così divenni il suo interprete, e passavamo le serate vedendo concerti e tracannando pinte, nei luoghi più svariati. Una sera decidemmo per lo show degli Ozric Tentacles al Venue: raggiunto il posto, ci accolse un gran live-sound che ci fece dubitare sull'orario, ma il cassiere mi tranquillizzò "Non sono gli Ozric, e' il gruppo-spalla, i LEVITATION...hanno appena iniziato!". Finimmo quasi sotto il palco, con la calca che avanzava, completamente rapiti da una ritmica devastante, effluvi neo-psichedelici e tappeti di tastiere che mi riportavano indietro di 20 anni. Sapevo che era la nuova band di Terry Bickers, ex chitarrista degli House Of Love, ma il suono era completamente diverso, pezzi che non avevo mai sentito, sciorinati da un quintetto che sembrava suonasse insieme da una vita.

1992

Tornato in Italia, nel frattempo mi ero procurato gli e.p. COPPELIA e THE AFTER EVER, e non contento anche COTERIE, sorta di LP compilation con brani tratti da singoli e live versions, ma quando lessi dell'uscita del primo album in studio, lo comprai all'istante. Dopo qualche ascolto, il disco si rivela in tutta la sua bellezza e importanza: innanzitutto l'enigmatico Bickers si circonda di personaggi di tutto rispetto, da citare DAVE FRANCOLINI, batterista inarrestabile, tecnicamente erede di grandi bacchettoni come Bruford e Copeland, fantasioso da morire nei suoi fraseggi, e CHRISTIAN HAYES, chitarrista che con i CARDIACS aveva usufruito di una palestra musicale pressoche' unica e che fungerà da perfetto gancio per la presenza di TIM SMITH, signore e padrone dei Cardiacs stessi, nel ruolo di co-producer.

AGAINST NATURE e WORLD AROUND sono i primi due assaggi: l'accoppiata più accessibile del disco, che salta perfettamente il fosso del British-Shoegazing e prepara il terreno per HANGNAIL, dove uno stranito clavicembalo precede un'arrembante incedere visionario, che mi ha ricordato l'urlo di guerra del capo tribù prima dell'attacco alla diligenza in Ombre Rosse di John Ford... (e in uno degli stop and go l'urlo si sente davvero!). La spinta quasi progressive che avevo notato dal vivo si fa rimarchevole in RESIST, condotta dal basso di LAURENCE O'KEEFE: "Sometimes, i feel like everyone knows" suggerisce Bickers perdendosi in romantici meandri, che sfociano nel piazzale fiorito di ARCS OF LIGHT AND DEW, dove lo spettro dei Genesis incontra acide rivelazioni, in una pioggia di petali profumati. PIECES OF MARY, terremoto sonoro di rara tensione dissonante, si risolve in un finale meraviglioso, condito da spezie chitarristiche e vocalizzi che vorresti non finissero più. SMILE, unico brano già edito ma in nuova versione ancor meglio rifinita, non è che un favoloso hit single mancato. EMBEDDED e COTERIE chiudono elargendo soffici doni a tutti, qui ROBERT WHITE è maggiormente in evidenza, con piano e organo trattati, e colate di synth ipnotici

Purtroppo Terry Bickers, che già aveva dato segni di squilibrio mentre militava negli House of Love, tentando di togliersi la vita, perderà interesse nel progetto, e, complice il tentativo di accasarsi presso una major, lo farà franare del tutto.

Credo abbiate capito che si tratta del mio gruppo e disco preferiti dei '90, a lungo l'ho ascoltato e divulgato ad amici e conoscenti.....

ADESSO TOCCA A VOI! 

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