Devo dire che non pensavo di dover aspettare la nona traccia del disco per poter iniziare ad eccitarmi, visto che in passato era bastata “Just Like This” per far saltare dalla sedia l’incauto ascoltatore!

Non che le precedenti canzoni siano lente e prive di carica, ma sanno tutte di già sentito, cosicchè chi ascolta rimane indifferente ad un suono clone di se stesso.

”Hot Dog”, ”My Generation”, ”It’ll Be Ok” sono carine, ma nulla più.

Il solo pezzo piuttosto ritmato che convince è “Living It Up”, finalmente più elaborato e diverso.

Poi, visto il successo di “Re-Arranged” nell’album precedente, i nostri hanno pensato bene di clonare non una, ma ben due pezzi: il primo “My Way” più rallentato dell’originale, e il secondo “The One” una vera, triste copia carbone.

Tra pezzi senza infamia e senza lode riescono ad emergere solo “Take A Look Around”, da tutti imparata a memoria, e la ciliegina sulla torta (più che altro direi sulla crostata), che è “Getcha Groove On”, rap-song dove il duetto di voci Durst-Xzibit crea un gran feeling sopra ad un tappeto di tastiere teso e tenebroso.

Per finire rimane da dire che la conclusiva “Hold On” si avvale della firma di Scott Weiland, e ci conduce con pathos e classe verso il termine di un lavoro molto interlocutorio, che fece sorgere forti dubbi sulle potenziali distrazioni apportate dalla vita mondana caduta addosso alla band dopo il successo di “Significant Other”.

2 e mezzo massimo.

Carico i commenti... con calma