"Al giorno d'oggi una reunion non si nega a nessuno" (cit.).

Così potremmo riassumere quella che forse è stata la più eclatante "riappacificazione" del 2010, quella dei Litfiba. Litfiba? Qui già i puristi (a ragione) storcono il naso? Ma alle tastiere c'è il Don Aiazzi? Ehm, non proprio. E al basso? Sarà mica tornato Gianni "Re Mida del rock italiano" Maroccolo? Lasciamo perdere. E allora che Litfiba sono? Su, la risposta la sappiamo tutti, sono i Litfiba versione anni Novanta, quella del duo Pelù-Renzulli, quali altri se no? Ma come, dopo tutti i libri, i veleni, le interviste, i "senza di me sono una cover band"? Si.

Potere del "dinero", tanto per citare il vecchio canzoniere dei fiorentini? Forse, visti anche i dieci anni di niente che i due hanno affrontato da separati. I Litfiba "fase 3", come li chiama Renzulli, quelli con "Cabo" Cavallo al microfono, hanno avuto una dignitosa carriera, un paio di album discreti ("Elettromacumba" del 2000 ed "Insidia" del 2001) ma poi il nulla, mentre Pelù ormai era sempre più perso in canzoni-farsa, che avrebbero voluto avere un piglio "intellettualoide" ma che risultavano semplicemente caricaturali.

E allora che si fa? "Visto che già da anni siamo tornati a sentirci ed io ho qui un paio di pezzi che sembrano scarti di "Spirito", perché non suonarli insieme?". Questo, parola più parola meno, avrà detto il buon Pelù all'ex nemico-amico Renzulli. "E a chi li facciamo suonare?". "Beh, prendi due turnisti a caso, allunga un più che dignitoso assegno ed il problema è risolto, no? Anzi, facciamo così, giochiamoci la carta del revival anni Ottanta, che funziona sempre: ce l'hai ancora il numero di Magnelli? Te lo ricordi? Quello che ogni tanto suonava con noi ai tempi di "Desaparecido". Dai, le tastiere le facciamo suonare a lui, che fa tanto "che bello, come ai tempi del primo disco". Già mi immagino le recensioni di Guglielmi sul Mucchio Selvaggio". "Affare fatto, però ognuno con il suo manager, ok?". "Tranquillo, Pirelli ha già fatto troppi danni, più sta lontano meglio è".

Ecco, se ci fosse stata un'intercettazione telefonica all'incirca avremmo sentito queste parole. Potremmo stare a discutere all'infinito sulla sincerità di questo inaspettato ritorno, ma alla fin della fiera, la musica come è? Beh, a sentire questo bootleg (parziale), registrato a Losanna durante il tour "di riscaldamento", direi non male. Pelù e Renzulli effettivamente appaiono molto affiatati (o comunque lo fanno credere molto bene) e "gli altri" svolgono il loro compitino diligentemente: al basso c'è di nuovo Daniele Bagni, per la gioia di Roberto Terzani che si è visto buttato fuori all'ultimo minuto, alle tastiere Federico Sagona, già turnista di Pelù, e alla batteria Pino Fidanza, che già da qualche tempo accompagnava i tour di Renzulli.

Ma i brani? I brani "giusti" ci sono tutti, o quasi, poche concessioni alla "tamarraggine" anni Novanta e pezzi anni Ottanta riarrangiati con gusto. Il tutto appare quindi, nei limiti del possibile, piuttosto sobrio e Pelù, una volta tanto, evita di essere troppo sopra le righe. Pezzi ben cantati, voce pulita: Elio sarà rimasto deluso dalla mancanza degli "uah" e degli "weh" che tanto rimpiangeva qualche anno fa. Ma la "dolce metà" (passatemi il termine)? Gli anni di fermo si fanno un po' sentire, ma alla fine Renzulli fa egregiamente il suo mestiere, considerando che comunque è un chitarrista poco tecnico e che non ha mai "strafatto". Vengono recuperate pietre miliari di un certo rock italiano che forse nessuno più sperava di sentire: "Dio", "Resta", "Lulu e Marlene" fanno parte del periodo new wave, "Lacio drom" e "A denti stretti" (forse gli ultimi brani realmente degni di nota scritti dai due) del periodo "rock barricadero". E, stranamente, il tutto risulta persino credibile e sincero. O forse siamo solo noi che tentiamo di convincerci di ciò? Perché, dal punto di vista squisitamente formale, tutto è perfetto, forse pure troppo e, come detto prima, ogni tanto ci si interroga se non si tratti soli di una riuscita pantomima per assicurarsi una dignitosa pensione. Forse al fan più giovane tutti questi discorsi non interesseranno, ma quasi certamente il fan più navigato queste domande se le sarà poste.


Musicisti:

Piero Pelù: voce

Ghigo Renzulli: chitarre


Accompagnati da:

Daniele Bagni: basso

Federico Sagona: tastiere

Pino Fidanza: batteria

 

Scaletta:

  1. Proibito

  2. Resta

  3. Cangaceiro

  4. Lulu e Marlene

  5. Dio

  6. Spirito

  7. Tex

  8. Ferito/Tex

  9. Fata Morgana

  10. A denti stretti

  11. Cuore di vetro

  12. Gioconda

  13. Maudit

  14. Dimmi il nome

  15. El diablo

  16. Lacio drom

  17. Lo spettacolo

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