LITFIBA - MONDI SOMMERSI

Correva l'anno 1997 ed ecco l' ultimo album della tetralogia Litfiba, che era cominciata con la pubblicazione di ''El diablo'', che risulta essere un lavoro non proprio esaltante sotto diversi punti di vista.

Passate le prime due tracce senza troppo clamore, ecco arrivare il pezzo grosso ''Regina di cuori''. Pezzo grosso al primo ascolto, forse anche al secondo, poi dal terzo in poi, complice anche la presenza fastidiosa al Festivalbar, cominci a giudicarlo male, perchè comprendi che trattasi di pop. Semplice e commerciale pop. E' un brano alla quale uno rimane legato solo se all'epoca aveva fra i 6 e i 18 anni, ecco. E da questo punto del disco si comincia a dire che Litfiba veri non sono questi. Cio' viene ulteriormente rafforzato dalla track successiva, ''Goccia a goccia'': stesso copione, stesso finale.

Scorrendo velocemente, per scoprire se di rock è rimasto ancora qualcosa, ci si imbatte in ''Ritmo#2'', nella quale la chitarra di Ghigo è finalmente presente, ma combinata a un mix di elettronica, che puo sembrare tanto innovativo (in Italia), quanto inutile e fastidioso. Detto cio', rimane comunque una delle poche note positive del disco. Bisogna invece attendere l'ottava traccia per ascoltare qualcosa dei veri Litfiba: il titolo è ''Sparami'', con annesso anche un gran testo. Si tratta dell'ultimo brano rock nella carriera della band fiorentina, prima della reunion attuale. ''Apri le tue porte'' e ''Dottor M.'' vanno invece a chiudere questo album (l'ultimo pezzo è davvero trascurabile...), con il primo dei due brani che strappa una sufficenza ampia, mentre il secondo lascia perplessi, soprattutto sul finale della canzone...

Grande successo di vendite, numerosi singoli estratti e album apripista alla nuova strada pop dei Litfiba. A conti fatti è stato un lavoro che ha avvicinato un pubblico molto ampio, ma ha anche perso molti fan legati agli esordi o al rock duro e puro dei tempi di ''Terremoto''. Ringraziando il grande Candelo, che lascerà la band di li a breve, è quasi tempo di ''Infinito''. Per dirla alla Pelu', anche tu, mio caro Piero, ''hai venduto l'anima al mercato...''.

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