I Litfiba che fanno un tour incentrato sulla “Trilogia del Potere” e come se non bastasse ci registrano anche un album doppio per celebrare gli anni ’80.

Era bastata una notizia bomba così per scatenare ogni bandido che si rispetti.. Prima l’inaspettata reunion, coronata da un fenomenale tour e relativo album live che ci aveva riconsegnato i nostri in stato di grazia e poi questo.. un vero sogno proibito per ogni fan degno di tale nome.

Il risultato, nonostante tutto, è spiazzante e il motivo è semplice: che senso ha fare un tour celebrativo degli anni ’80 proponendo versione riarrangiate dei vecchi classici con il sound degli attuali Litfiba, privandoli quindi delle loro tipiche sonorità new wave?

I dubbi aumentano quando si inserisce il cd e parte la prima traccia “Eroi nel vento” che ci mostra un Pelù svogliato e sornione che abbaia laconico in questa versione senz’anima di un grande classico.

“Tziganata” continua sulla stessa linea, ma per fortuna arriva “La preda” forse l’unica canzone che sembra giovare minimamente di questa nuova veste.

L’album va avanti tra alti (pochi, in realtà) e bassi (troppi) ed evidenzia la svogliatezza con cui Pelù si sforza di cantare canzoni che probabilmente a lui non interessano più.

In ogni caso fa piacere vedere in scaletta delle chicche come “Versante est”, “Pierrot e la luna”, “Re del silenzio” e “Gira nel mio cerchio”, anche se si fa sentire la pesante assenza di quelle che sarebbero state le ciliegine sulla torta di un’operazione come questa: “Luna” e “Lulù e Marlene”.

In conclusione cosa resterà di questo live? Ben poco, ad essere sinceri.. Dopotutto gli amanti dei “Litfiba prima maniera” sanno bene che l’unico live a cui attingere per buttarsi in quegli anni in modo soddisfacente è “Viva Litfiba Live” e se Pelù preferisce tornare a cantare “Toro Loco” o “Il mio corpo che cambia” sono problemi suoi.

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Altre recensioni

Di  matteowolf

 Finalmente si è avverato. Sono tornati i Litfiba degli anni 80!

 Quel basso mangiatutto di Marok sul palco insieme a quel falso magro di Renzulli: mica cazzi.


Di  dago

 Pelù è sempre l’animale da palcoscenico che tutti conoscono ma fatica a riprodurre toni e atmosfere vocali che non gli sono più proprie.

 Ho solo un grande timore: che i Litfiba sull’onda del successo di questo tour vogliano trovarsi e produrre nuove composizioni con la formazione originale.