Che per fare un film a volte basta un’idea.

Che se l’idea è di un altro che si chiama Fëdor Dostoevskij fa niente.

Che Fëdor quest’idea la scrive e tu la puoi immaginare.

Luchino però te la fa vedere.

E così vediamo "Le notti bianche".

Bianche di nebbia e umidità in una cittadina immaginaria fatta di vicoli ponti ciottoli e lampioni.

C’è anche il fiume coi barboni sotto i ponti.

Quasi una Venezia decadente, spoglia, cupa e umida, molto umida …che poi magari piove.

C’è il corso con le luci al neon dei negozi, bar e locali.

Incredibile.

Incredibile e perché? Perché mica è vera sta cittadina è tutto finto, costruito… Siamo negli studi di Cinecittà…

Straordinario.

Luchino Visconti inventa le notti bianche così (e sinceri saranno i ringraziamenti agli studios che tanto fecero per rendere possibile questo piccolo miracolo).

Adesso mettici una storia.

Facciamo che è una storia d’amore.

È notte è bianca, lei piange sul pontile, lui la vede, vuole confortarla vuole consolarla, vuole conoscerla, vuole rivederla domani e poi dopodomani e sempre.

Ma lei piange per un altro…

Lei è Natalia (Maria Schell)

Lui è Mario (Marcello Mastroianni)

E per farla più bianca questa notte magari facciamo pure che a un certo punto nevica.

Le musiche sono di Nino Rota.

Il regista è Luchino Visconti.

È il 1957.

E questo è CINEMA.

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