Arrivederci, Mostro
Addio Ligabue. Addio, suoni sporchi e semplici, provenienti dalla pianura Padana e dalla voglia di fare del sano e genuino rock. A volte un po' grezzo , ma mai banale. Addio Bar Mario, e tutti i personaggi che hanno animato le tue canzoni e la nostra fantasia. Addio Mago Walter, o Veleno. Mi mancherai Bambolina. Addio voglia di far rivivere e riassaporare la vita dell'Italia di provincia, il suono della banda, il Lambrusco al bar, i ragazzi per le strade, i genitori esaltati che chiamano il proprio figlio Elvis.
Si sapeva che ormai Ligabue fosse in declino, e avesse iniziato a ripetere da un pezzo le stesse canzoni, ma, vuoi l'attesa di 5 anni, vuoi la copertina e il titolo "particolari", ci si aspettava una virata che discostasse almeno in parte dagli ultimi lavori. E invece niente. L'album scorre veloce, le canzoni sono piacevoli, ben suonate e arrangiate, ma tutte simili,che sanno di "già sentito", nessuna in grado di farti sentire emozioni, profumi e situazioni suscitate, invece negli album precedenti, Miss Mondo incluso.
La prima "Quando canterai la tua canzone" ha uno stile punk-rock che va tanto tra i gruppetti adolescenziali, "La linea sottile" è piacevole ma banale, "Nel Tempo" presenta una melodia molto aggressiva con un testo pieno di riferimenti storici, "Ci sei sempre stata" è la classica ballata alla Ligabue, successo assicurato. Mentre "La Verità è una scelta" è un brano che non sta né in Cielo né in Terra. Una nota positiva è data dalla "Caro il mio Francesco", lettera dedicata a Guccini, con una melodia semplice ed un testo incisivo, "Atto di fede" è forse, tra i pezzi rock, quello venuto meglio, mentre non mi soffermo su "Un colpo all'anima" primo, pessimo, singolo estratto. "Il peso della valigia" è il brano migliore: una poesia da lui composta e messa in musica, esperimento ben riuscito. "Taca Banda" prova ad uscire dai soliti schemi, un pezzo alla Bennato, non certo il suo genere, ma comunque apprezzabile il tentativo, mentre la seguente "Quando Mi vieni a prendere" è un'angosciante e straziante canzone sull'omicidio di un bambino e della sua maestra in Belgio, visto con gli occhi del piccolo. Il cd si chiude con "Il meglio deve ancora venire" esplosiva, ma troppo simile a "Urlando contro il cielo": ha comunque il merito di far passare il nodo alla gola venuto dopo la penultima traccia.
Che dire, forse mi sono rovinato decidendo di riascoltare "Sopravvissuti e sopravviventi", forse non lo avessi fatto avrei considerato l'opera in modo più positivo; sta di fatto che non esiste più il vero Ligabue,quello che piace a me, ma solo un personaggio che canta canzoni carine ma tutte uguali, mettendo qua e là qualche schitarrata o frase fatta, tutto costruito a tavolino per il bene della casa discografica e per le sue tasche.
Elenco tracce e video
Carico i commenti... con calma
Altre recensioni
Di KillerJoe
"Dopo vari ascolti scopro un album maturo, ben suonato e piacevole che ti viene voglia di riascoltare."
"'Il peso della valigia' è una delle migliori canzoni dell'ultimo Ligabue, trasuda pura poesia."
Di primiballi
Ligabue paga al contempo il proprio pregio ed il proprio difetto: un ottimo senso della canzone ed un'imbarazzante impreparazione armonica.
Quando il Guccio era stato un geniale sguarato senza peli sulla lingua... Liga è bravo ma troppo paraculo: non si esporrà mai come il Guccio.
Di federicolaurent
Da come si apre il disco pensi... 'Che inizio scoppiettante'... ma dopo un inizio esplosivo Liga si ammoscia.
Si sa però che prima o poi tutti i grandi artisti finiscono nel commerciale e Ligabue non fa eccezione.