Ricordo quando comprai questo cd, appena uscito dal mio venditore di fiducia, il tratto dal negozio a casa mia era interminabile, ma dopo essere tornato a casa e dopo aver gettato per l’aria qualsiasi cosa mi capitasse davanti, signora delle pulizie compresa, inserii il cd nello stereo e fui travolto dalla potenza impressionante di “Imperium”... Fu una soddisfazione immensa vedere i MH in un ritorno in grande stile con un album da paura come questo. E già…con questo Through The Ashes Of Empires, i Machine Head dimostrano di avere ancora molto da dire e sono davvero tornati a ruggire dopo due anni dall’ultimo splendido Supercharger. Through The Ashes Of Empires segna un ritorno alle sonorità degli esordi. Pur non abbandonando le vie crossover dei precedenti The Burning Red e Supercharger, il sound di questo album non si pone come intermezzo tra le due strade intraprese dalla band, ma ne crea una nuova, completamente diversa dalle altre.
Musicalmente parlando, l’album potrebbe ancora entrare in quel filone chiamato genericamente “Post-Thrash” di cui facevano parte i due album d’esordio, riscritto magari in chiave più moderna ed elaborata, dannatamente distruttiva e rocciosa. Va ricordato inoltre il cambio di line-up, Flynn ha fortemente voluto il chitarrista Phil Demmel, ovvero il suo ex-compagno nel progetto thrash dei Vio-lence, e il produttore diventa lo stesso Flynn aiutato dal competente e bravo Andy Sneap e c’è da dire che i risultati appaiono davvero eccellenti. Ne esce una produzione impeccabile,cristallina e priva di sbavature dalla prima all’ultima nota.

Come già detto in precedenza, la terrificante “Imperium” sarebbe capace di abbattere una parete di cemento armato, uno dei pezzi più devastanti mai scritti da Flynn e soci, una song di impatto immediato sparata a mille nelle orecchie del povero ascoltatore traumatizzato. L’intensità espressiva e l’atmosfera carica di emozioni creata da Imperium non si spezza, anzi continua con “Bite The Bullet”, che inizia con uno dei più classico intro di batteria di Dave McClain, ottima la sua prova dietro le pelli, la song è molto caratteristica ed alterna parti lente e parti tirate in maniera molto rocambolesca. Lievi influenze “superchargeriane”appaiono invece in “Left Unfinished”, una song davvero d’impatto con un ritornello che si stampa subito in testa. Con “Elegy” si crea un'atmosfera più dark e ossessiva cominciando lenta per poi salire progressivamente verso il finale granitico e roccioso. “In The Presence Of My Enemies” è un altra dimostrazione diretta che i Machine Head sanno dare lezioni di violenza, al servizio della tecnica e della ragione.
Si arriva così alla bellissima “Days Turn Blue To Gray” con una melodia accattivante ed un cambio di tempo verso metà canzone da mozzare il fiato in gola e trattenere il respiro all’ascoltatore impressionato dall’imprevedibilità dei passaggi e degli arrangiamenti. Arriva così il momento di “Vim” un pezzo senza troppi fronzoli, diretto e tirato con un assolo dotato di una corposa espressività e una forte incisività. Ormai è un susseguirsi continuo di riff graffianti, melodie e cambi di tempo che mantengono sempre l’ascoltatore in ansia e in attesa che tutto si spezzi da un momento all’altro per poi mutare radicalmente. La splendida “All Falls Down” è la prova di quanto detto. Provate solo ad ascoltare la singolarità degli effetti che escono dai Marshall di Flynn e Demmel ad inizio song. “Wipe The Tears” presenta venature più nu metal. L’album che si chiude con “Descend The Shades Of Night” una stupenda ballad dal sapore notturno e gotico con la dimostrazione del grande talento di Robert Flynn anche nella voce pulita. Le dolci melodie e i tristi arpeggi di questa ballata ci accompagnano dolcemente verso la chiusura del platter.

Cosa resta da dire? I Machine Head sono stati in 10 anni di carriera, un gruppo davvero funambolico ed eclettico, un gruppo che ha saputo essere sempre e comunque originale qualsiasi fosse il genere suonato ripudiando qualsiasi cosa fosse banalmente canonica e statica. Through The Ashes Of Empires, è un album di grande livello ed è un acquisto consigliato a tutti gli amanti del genere.

Luca

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