Capitanati da Christian Vander, batterista e mente visionaria del gruppo, i Magma sono una delle band più influenti della prima metà degli anni Settanta, e praticamente l'unico complesso francese ad aver avuto una certa importanza nel panorama progressive.

I brani sono cantati in Kobaiano, lingua del pianeta Kobaia (un idioma che all'orecchio sembra un misto di tedesco, ungherese e qualcos'altro di difficilmente descrivibile).
"Mekanïk Destruktïw Kommandöh" è un incrocio tra musica wagneriana, jazz-fusion, progressive e opera lirica. Incredibilmente, funziona. I tempi dispari la fanno da padrone; non mi sembra infatti che ci sia un solo brano in cui non compaia un sette-ottavi, almeno per qualche battuta; il doppio cantato rende inoltre la musica ora operistica ora schizoide (e spesso le due cose contemporaneamente).

Il brano migliore è a mio parere "Ima suri Dondai", quattro minuti in cui si sintetizzano le principali caratteristiche dei Magma: l'uso stranissimo della voce, l'epicità teutonica della musica, e quel tremendo sette-ottavi che ci trascineremo dietro fino alla fine del disco.
Non è il tipo di disco che può essere apprezzato al primo ascolto, ma chiunque voglia mettere insieme una collezione seria di album rock non dovrebbe tralasciare "Mekanïk Destruktïw Kommandöh".

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