Survival Blog. Cronache da un altro mondo: 4 dicembre 2015

(Avviso ai naviganti: prima di iniziare a leggere questa pagina di diario, è bene andare a guardare qui, dove è spiegato ciò di cui si tratta)

4 dicembre 2015

Quanto tempo è che non mangio un panino integrale ai cereali con la mortadella? Quel profumo di buono e genuino! Come quello dell'aria fresca del mattino, quando la notte è stata fredda e il sole arrossa l'oriente. Le camminate per i viali della mia città, la brina sulle auto, le mani in tasca per non congelarle e la sciarpa tirata fin sul naso. L'odore di cappuccini e brioche che esce dai bar in quell'attimo in cui un cliente apre la porta per venire fuori dopo aver fatto colazione. Maledizione!

Sono stato tra quelli che non hanno creduto al governo che consigliava di andare nelle zone 'sicure’ (vorrei sapere quanti di loro lo hanno fatto, bastardi!). E quindi eccomi qua, barricato in casa, costretto più dalla paura che da una necessità vera, perché io di persone strane ne ho viste veramente poche. Ma non bisogna fidarsi più di nessuno. Ho letto in questi giorni notizie di gente che invia offerte di aiuto, comunità di sopravvissuti che invitano a raggiungerli in posti sperduti. Tu ti fideresti? Spesso sono amici blogger con cui fino a pochi mesi fa si discuteva di libri, ci si scambiava storie. Ma ora? Ora che basta poco per essere infettati, che l'incubazione dura un paio di settimane e ci vogliono almeno due mesi per essere sicuri che un volontario della Croce Rossa non si sia tramutato definitivamente in Giallo? Beh, preferisco starmene rintanato in casa.

Ho fatto una grossa scorta di alimenti conservati, barrette energizzanti, acqua minerale. La corrente elettrica, per fortuna, va ancora abbastanza normalmente (te l'avevo detto che la mia è quasi un'isola felice) e io posso tenermi aggiornato con quello che resta della rete e dei blog. Per adesso le giornate passano, lente, ma passano.

Finalmente ho il tempo di fare una cosa che ho sempre avuto voglia di fare. Lo so, è stupido, anche tenendo conto anche del fatto che sicuramente nessuno la leggerà, visto che siamo destinati all'estinzione, o meglio a lasciare il posto a esseri privi di un'anima, di una coscienza. Sto scrivendo la mia autobiografia. Quante cose tornano alla memoria riandando indietro! Di quante persone ritrovi i volti e le vite! Forse questa maledizione chiamata pandemia non è poi tanto disgraziata, almeno se non devi fuggire continuamente come Alex, Glauco, il Vampirologo, Luca. Ti lascia tutto il tempo di pensare, ricordare, magari piangere per un occasione persa, per una persona andata. Se alla fine di questa storia tutto potesse tornare come prima, penso che molti di noi avranno deciso di cambiare vita. O forse resteremo gli stessi bastardi di sempre, se è vero che la natura umana è corrotta.

Ho letto di Ariano. È forse l'unico che apertamente dice di aver cambiato idea sulla realtà del mondo. Dice che questa nuova umanità, in cui imperversano e dominano dei semiuomini, più vicini alla scimmia che all’homo sapiens, è il futuro e noi dobbiamo adeguarci. Che questa è la nuova razza umana, dove l’istinto prevale sulla ragione.

Alex scriveva, una delle ultime volte che sono riuscito ad avere sue notizie, che questi Gialli sono quasi inattivi a temperature molto basse. E Glauco raccontava di un Giallo che, semicongelato, non ha reagito all’attacco di un uomo e si è lasciato tirare giù a calci. Magari per ricominciare dovremo inventarci un mondo sotto congelamento, almeno fino a che l'ultimo mutante non sia stato scoperto ed eliminato.
Proprio Alex ha messo a disposizione il suo blog per tutti quelli che vogliono lasciare un messaggio, per far sapere che sono ancora vivi.

Alla fine, però, voglio rischiare. Vedo l'alba dalla finestra della mia cucina. È troppo bello.

Ho preparato il cappotto e la sciarpa di là, sul divano in sala. A monte tutto! Devo ricominciare a vivere! Magari là fuori scoprirò che si può anche stare; magari mi accorgerò che di Gialli ce ne sono pochi o niente, e che basta farsi i fatti propri per essere lasciato in pace. Voglio rendermi conto, vedere con i miei occhi. Tra due minuti sarò fuori. Che qualche dio o la mia buona stella mi proteggano. Ora mi vesto e apro la porta.

Domani ti racconterò quello che ho fatto e quello che ho trovato per la città.

È arrivato il momento di … cos'è … un rumore, dal piano di sopra, sembra un tramestio concitato, un grido soffocato, qualcuno che …


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