Ritratto di donna

Isabella era bella e di buone maniere, sembrava una fatina da Café Cantantes, deliziosa. Tutto di lei affascinava, il suo modo di fare e i sui pensieri erano sempre originali e poetici. Cercava il grande amore, ma in campo amoroso erano stati solo fallimenti, solo molto tempo dopo capii perché, il diavolo non le era amico, era il demonio che ci aveva messo la coda. Ma le avversità non l'avevano piegata, altre meno forti si sarebbero rassegnate. Ma lei, oltre una innata forza d'animo aveva una cura tutta sua, la sua cura era il flamenco. Per tutta la sua vita, nei momenti bui trovava conforto in questa danza spirituale e carica di emozioni. La aiutava, le dava la forza per mettere a tacere i propri dolori esistenziali col linguaggio nascosto e viscerale del ballo andaluso. Vestita di una spumeggiante guirca, Isabella camminava sempre con passo leggero e aveva sempre il volto illuminato dal sorriso. Ditemi, non è quanto di più affascinante si possa immaginare? Non è incantevole una creatura del genere? Chi non vorrebbe sentire il suo respiro stando abbracciati sul letto?

Quando i nostri destini si incontrarono, Isabella riuscì a dirottare i miei passi verso l'unico cammino possibile, quello segnato dalle sue impronte. Fu un amore inevitabile, naturale, gravido di morte.


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