Capitalismo e conseguenze...

Il sogno di diventare ricchi ci accompagna da sempre, denaro significa potere e successo. Da un'intervista con Steve Jobs: "Valevo circa un milione di dollari quando avevo 23 anni e oltre dieci milioni di dollari quando avevo 24 anni e oltre cento milioni di dollari quando avevo 25 anni e... non era così importante - perché non l'ho mai fatto per i soldi..." Anche se conclude dicendo che non l'ha fatto per arricchirsi, quello che è interessante, secondo me, è che paragona se stesso a una montagna di soldi. Non dice che era una persona di valore perché dotato di solidi principi morali, quelli sono accessibili a tutti, basta che te l'insegnino, che li interiorizzi e ce l'hai. No, per far intendere che era una persona stimabile o comunque uno di livello, Jobs si compara al denaro, niente di sbagliato, non voglio demonizzare Steve Jobs, voglio solo rimarcare che era perfettamente integrato nel sistema. Il sistema capitalista: la dottrina economica basata sul profitto. Un organismo che si è messo in moto autonomamente un paio secoli fa, ed è tuttora la concezione di pensiero dominante. Nessuno l'ha inventato, il suo fine è soddisfare la domanda a costi inferiori e con minor mano d'opera. Il tutto per guadagnare soldi. Soldi, bramati ma anche odiati, sono, comunque la si voglia mettere, al centro della nostra vita, dell'azione di ogni governo, di tutto ciò che è legato all'attività umana. Anche la frase "il tempo è denaro" la conoscono tutti, abbiamo sempre l'impressione che il tempo non sia abbastanza, nelle città si cammina veloci, il tempo sembra sfuggire, ci precipitiamo da un appuntamento all'altro, siamo sempre in ritardo e non riusciamo a fare niente con calma. Non riusciamo neanche prendere esempio dai bambini. Guardandoli giocare, si capisce benissimo che non hanno nessuna cognizione del tempo, non lo risparmiano, lo dimenticano o più verosimilmente non sanno cos'è. Nell'era del capitalismo, della crescita infinita e del consumismo "il tempo è denaro" non è solo un detto, è la verità. [L'orologio misura un tempo che non ci riguarda come uomini, ma solo come funzionari di apparati tecnici o burocratici, i valori che contano sono funzionalità ed efficienza] [Umberto Galimberti].

Il contadino che lavora la terra conosce la fatica, ma si può anche fermare quando è stanco, a chi lavora in fabbrica, questo non è concesso, se non trova chi lo sostituisce, non può nemmeno permettersi di andare a fare la pipì. Oggi, in alcune fabbriche, fare la pipì è vietato. Nel diciannovesimo secolo, la vita in campagna non era per niente agevole, gli agricoltori erano poveri, ma la loro vita si svolgeva secondo ritmi umani. La famiglia alla sera si riuniva al caldo della stalla. Le feste e le fiere erano, per l’intera comunità, un’occasione per consolidare i rapporti sociali. Viceversa, nelle fabbriche, le persone si riducevano ad essere un ingranaggio, con tutte le conseguenze del caso: alienazione e depressione. In città, gli operai vivevano in condizioni disumane dentro orribili e sovraffollate baraccopoli. Nel 1800 la ricchezza cresceva per pochi, la povertà rimase invariata. Karl Marx e altri ci hanno scritto libri, ma cento anni dopo le cose erano cambiate notevolmente, soprattutto nel dopoguerra. Negli anni sessanta, settanta e anche dopo, si viveva bene, la medicina aveva fatto grandi progressi e tutti avevamo l'assistenza sanitaria gratuita. C'era la tv, la radio, le lavatrici, andavamo a fare il bagno in un mare ancora pulito, facevamo conoscenza in centri di aggregazione reali come la parrocchia, il bar, la sezione di partito, i vicini di casa non erano degli estranei, l'aspettativa di vita era aumentata notevolmente e nessuno sentiva la mancanza dei telefonini e di internet. Ma il "progresso" non conosce soste e le imprese DEVONO VENDERE e noi DOBBIAMO CONSUMARE, affinché tutto questo si realizzi, ci devono scassare le palle fino all'inverosimile con la pubblicità, nel frattempo, le nostre case si sono riempite di cose inutili, la nostra vita è subissata da cose inutili e... il mare di immondizia. Abbiamo continuato senza sosta ad estrarre carbone e petrolio per far funzionare gli apparati tecnici. Un ciclo senza fine, anzi, la fine verrà quando nel sottosuolo non ci sarà più niente da estrarre perché il mondo non ha risorse illimitate. Però, forse, anche molto prima, l'attività umana ha fatto sì che nell'atmosfera si siano accumulate enormi quantità di anidride carbonica e di metano, gli effetti sono i conosciutissimi "cambiamenti climatici," se ne parla ogni giorno un po' di più. Nel 1997 quasi tutti gli stati firmarono il protocollo di Kyoto, ma gli USA responsabili del 36,2% delle emissioni, uscirono dal trattato durante la presidenza di George W. Bush, sempre sui cambiamenti climatici, nel 2015 seguì l'accordo di Parigi. Però Donald Trump ha già detto di volersi ritirare. Delle variazioni del clima, si coscono le conseguenze, migliaia di scienziati le hanno studiate e sappiamo che non sono una favoletta. Non possiamo fermarle. Non c'è modo. 😱😰


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