#ioRestoInNegozio
Allora, facciamo le cose come si deve!
Si ripropone la famosa "OFFERTA SPECIALE LECTOR"!!
Venghino, venghino siòri e siòre
5titoli5 di qualunque genere, sottogenere, epoca, etnia e provenienza geografica vi vengano in mente!
Chiedete e vi sarà proposto (o almeno ci si proverà).....
E ci metto sul piatto: se ne conoscete anche solo uno altri 5titoli5, stessa cosa se li trovate scadenti, arraffazonati, tirati fuori per caso, non aderenti alla richiesta!
Venghino, venghino, siòre e siòri.....

(Sempre che i pargoli mi facciano lavorare, in questi giorni sembra che abbiano ciucciato la cocaina....:-(((()
NOVITA':
Il nostro negozio è lieto di offrire a tutti i suoi avventori IL PACCO DONO DI FINE ANNO del Championship Vinyl Shop!
Basterà indicare il genere e/o sottogenere musicale e l'utente a cui il pacco è destinato ed in poco tempo vi verrà consegnata una lista di 5 (dico ben 5!) irrinunciabili quanto sconosciuti (ai più) capolavori del genere in questione (tranne forse il Rap, sul Rap sono un pochino manchevole...)!
Venghino Sìori e Sìore, venghino.
Non fatevi mancare il pacco cult di fine anno (si accettano sfide)
Prima che mi rifacciano prigioniero del mondo parallelo....
Tanto paga il proprietario del negozio, @JonatanCoe
Bebe - A Natale puoi
Peetie Wheatstraw - You Can't Stop Me From Drinking

Lui nacque e morì il 21 dicembre e tra il nascere è morire passaron 39 anni, nel giorno del suo ultimo compleanno per festeggiare probabilmente facendo bisboccia, salì in una Buick con due amici e non si sa come ma l'auto si scontrò con un treno, i suoi amici andarono direttamente al creatore mentre lui fu ricoverato in un ospedale per gravi lesioni alla testa e lì diede l'addio a tutti poche ore dopo.

Pare fosse un gran bel bullo, l'unica sua foto in circolazione è la stessa qui nel video che lo ritrae insieme alla sua inseparabile chitarra resofonica simile ad una "dobro".

Dicono che: "chiunque ascolti lunghi tratti delle sue registrazioni probabilmente diventerà pazzo" e lui prima di andarsene nel '42 ne registrò 161 lati A e B su dischi in vinile negli anni '30 & '40 e niente...

Il suo vero nome era William Bunch
Ricopio & reincollo una lettura più che veloce ripresa dalla mia enciclopedica amatissima Wikipedia e niente...:

Nelle note che compaiono nell'album Via Paolo Fabbri 43, Guccini scrive: «sono un cantastorie (non nel senso «storico» del termine) e (…) racconto, attraverso me, quello che faccio e che vedo, e non mi si deve dare di poeta o altro.

Un po' quello che dico nell'Avvelenata (…) ma in modo diverso, ironico (spero) e grottesco; e spero che l'amico che cito nella canzone non me ne voglia per aver lasciato il suo nome.

Dopo un pomeriggio di chiacchiere e chiarimenti reciproci, spero di essergli diventato abbastanza amico da permettermi di fare dell'ironia su di lui.

E poi quando ci siamo conosciuti, la canzone era fatta; l'ha ascoltata, e non mi è sembrato che si arrabbiasse.»

Il critico musicale cui si riferisce Guccini è Riccardo Bertoncelli che in un lungo articolo del 1998 ha raccontato nei dettagli la vicenda.

Bertoncelli nel 1975 era un giovanissimo collaboratore della rivista Gong sulle cui pagine fu chiamato a scrivere una recensione di Stanze di vita quotidiana.

Fu una stroncatura senza appello e lo stesso Bertoncelli oltre vent'anni dopo in proposito dirà: «era un viziaccio dell'epoca insegnare agli artisti cosa dovevano fare, anzi, chi dovevano essere, e io c'ero cascato con lo zelo leninista di una Guardia Rossa.»

Qualche mese dopo Bertoncelli viene a sapere che Guccini in concerto aveva cantato una canzone in cui veniva citato; poi legge su un'altra rivista musicale che Guccini ha detto di lui «è uno che non capisce niente (…) uno di quelli che scrivono ancora Amerika con la kappa».

Così lo chiama e decidono di vedersi.

Passano una serata insieme a casa di Guccini, scoprono di avere interessi in comune, che forse Guccini non si era venduto ai discografici e che forse Bertoncelli qualcosa capiva.

Durante quella serata Guccini imbraccia la chitarra e suona per lui L'avvelenata, e si offre di togliere il nome dalla canzone.

Bertoncelli rifiuta: «ora che ci siamo conosciuti non ha più senso».

Guccini gli dice che comunque non ha intenzione di inciderla: è uno sfogo da concerto, non una canzone da inserire in un disco.

Ma è una canzone che il pubblico ama e qualche mese dopo finirà su "VPF43"

L'Avvelenata (F. Guccini) - Casabase Notte Playlist
5 Segreti perfettamente nascosti del cantautorato americano per @[JonatanCoe]
5) David Blue / Nice Baby and the Angel
7 dischi dal 1965 al 1976, più uno (il primo) in compagnia di gente come Richard Fariña, Patrick Sky, Bruce Murdoch e Dave Cohen. Insomma il giro del Greenwich, sì quelli che se la facevano con Bob Dylan.
E Bob una mano (oddio, un dito più che altro!) a pure provato a dargliela, ma David è scomparso nel nulla lo stesso....
Sul DeB 0 recensioni, 0 video Ça va sans dire.....
5 Segreti perfettamente nascosti del cantautorato americano (inglese) per @[JonatanCoe]
Nigel Mazlyn Jones Take Me Home
Ok, lui è inglese e non americano.... che faccio lo tolgo?
Lo tengo e facciamo finta di niente?
Mi sa che è meglio così.....
Ti piace Roy Harper, Jonatan?
Ecco lui ci ha pure lavorato con Roy (e con i Van Der Graaf Generator, e con Steve Hillage e con Nick Turner.... e altri). Anche se poi, nella vita, ha fatto il guardiano allo zoo!
Ascoltalo con attenzione, vedrai, sarà una scoperta....

Ah! Sul DeB 0 recensioni, 0 video, 0 citazioni
5 Segreti perfettamente nascosti del cantautorato americano per @[JonatanCoe]
3) Marc Johnson - A Long Song
Ecco di lui non so quasi niente, tranne che è di un sobborgo di New York, che il suo primo disco "Years" del 1972 è un piccolo culto tra estimatori (come me) che lo considerano un vero oscuro capolavoro, che di dischi ne ha fatti almeno altri 4, che io sappia e che questo - naturalmente - è bellissimo!
Il suo nome era Holmes Sterling Morrison Junior ehm, due giorni dopo l'aver compiuto mezzo secolo, sorella morte se lo portò con se aiutata da fratello cancro, a Poughkeepsie (pronuncia: /pəˈkɪpsi/ pə-KIP-see) capoluogo della contea di Dutchess nello Stato di New York degli U.S.A.

Anche ma non solo a causa di ciò i Velvet Underground chiusero definitivamente i battenti a metà degli anni '90, dopo essersi riuniti brevemente nel 1992 facendo pure da band di supporto agli U2...

Morrison fu fondatore e chitarrista (sostituendo spesso John Davies Cale al basso quando questi suonava la viola o il piano) dei VU fino al '71, anno in cui intraprese la professione come insegnante di "Letteratura medievale" c/o la "University of Texas at Austin".

Successivamente negli anni '80 abbandonò la carriera universitaria divenendo ehm, Capitano di un rimorchiatore ma questa è un'altra storia ça va sans dir...

The Velvet Underground - The Murder Mystery
Heroin In Tahiti - Sartana
Record La-bel!
(Le etichette discografiche che non hanno l'attenzione che meriterebbero)

[02] Boring Machines
Etichetta italianissima, sulla scena da ben 13 anni, nasce nel 2006 con l'intendo di valorizzare produzioni italiane che non hanno una buona visibilità, presentandosi con il significativo sottotitolo nonchè motto "In difesa della musica noiosa". La label tratta
in prevalenza 'Italian Occult Psichedelia' (termine coniato dal giornalista Antonio Ciarletta e venerato ogni anno, a partire dal 2013, al Thalassa Festival di Roma), ed altri generi di nicchia del sottobosco italiano, lontani dai riflettori. Ha una votata predisposizione per artisti che trattano tematiche legate a malinconia e disagio, prediligendo ritmiche lente e rivisitazioni alterate della forma canzone. Come è logico aspettarsi da una etichetta underground che bada alla qualità del prodotto, le uscite sono pubblicate prevalentemente in vinile. Onga, il titolare dell'etichetta, in una intervista di qualche tempo fa, disse "Sono un sostenitore della sostanza sulla forma" e i dischi sono corredati perfettamente in entrambi i casi. Ovvio che gli esosi costi del vinile ridimensionano il numero di copie ad una tiratura che si aggira sui 50 pezzi.

"Trovavo criminale che alcuni musicisti non avessero il supporto che meritavano e credevo che in Italia ci fossero un sacco di bravi da aiutare ad uscire dal loro bozzolo per essere esposti ad un pubblico più ampio". Questo diceva Onga nel 2015 parlando del motivo che lo spinse a generare la casa discografica. Oggi la perseveranza nel portare allo scoperto valide espressioni musicali è la stessa di ieri, di tredici anni fa. Prestare un ascolto al catalogo Boring Machines è obbligatorio per un cultore musicale, ci sono cose che potrebbero accompagnarti per il resto della vita.
Scritta e non riletta.
Rob Fleming, il protagonista del romanzo di Hornby a cui questo gruppo si ispira aveva la fissazione delle liste. "I 5 dischi per..."
Io, in perfetto stile Rob Fleming, faccio - di tanto in tanto - le mie liste....
Eccovi quella di questo sabato notte:
"5 dischi per @[luludia] (e per tutti coloro che vorranno provare ad ascoltarli)".
Benvenuto nel negozio.
5 perle di cantautorato freak, oscuro e storto. 5 dischi bellissimi credimi. Altre 5 storie che dovrei raccontare...e c'è pure il disco che Nico avrebbe fatto se non avesse incontrato Cale (e i Velvet), a te scoprirlo....
Roger Bunn - Road To The Sun
Susan Christie - Rainy Day (1970)
Gläns Över Sjö Och Strand - Ohio 4 Maj 1970
Bridget St. John - Ask Me No Questions [1969]
Cold In Philadelphia - Perry Leopold
The Heads - Thumbs
Considerazioni sulla discografia dei Heads
La chilometrica versione di "Coogan's Bluff" dona un rinnovato lustro a "Relaxing With" , pregno zeppo di psycho-stoner da far cadere giù gli intonaci, un gran bel disco, non c'è che dire. Lo spessore del fulminante esordio crea importanti aspettative nel secondo lavoro, "Everybody Knows We Got Nowhere" del 2000 , che non le disattende affatto, anzi. Un sound affine al primo lavoro ma più corposo, con una particolare attenzione alla produzione, decisamente più pulita. "Coogan's Bluff" è una splendida suite ma lo spessore qualitativo delle tracce unito ad una omogeneità di fondo rende quest'ultimo il picco più alto della loro carriera. "Thumbs " (tra le mie preferite) sembra un brano regalato dai Bevis Frond. Lo stesso Paul Allen per lunghi tratti pare impossessato da redivivo Nick Saloman. Tutte le premesse sono buone, con queste condizioni si può andare solo avanti. Il terzo lavoro, invece, è il primo mezzo passo a ritroso. "Under Sided" è un album onesto, con buoni capitoli come l'iniziale "Dissonaut" dalle reminiscenze shoegaze alla My Bloody Valentine di "Isn't Anything", con l'arabesco scenario allestito dalla chitarra di Simon Price in "Trilogy Part 3", ma qualcosa si perde nel sound, più remissivo e propenso ad esplorare nuovo orizzonti, ad un cambiamento che arriva con "33" (2004), diviso in trenta deliranti parti dove ritmiche tribali si avvicendano a raschi industrial-ambient. La svolta musicale è evidente e viene sancita con i due volumi di "Rituals From The Heads & The Big Naturals" (2007) realizzati in collaborazione, appunto, dei The Big Naturals. Anche in questi solchi tanta ambient con divagazioni di free improvisation spalmati in tutto il disco. Da citare, tra il 2004 e il 2007 (ma anche no) ci sono le parentesi "Dead In The Water" funambola e svogliata su un filo psycho-noir già riscaldato e mangiato più volte da 40 anni a questa parte e "Under The Stress Of A Headlong Dive" dove, tranne la finale suite di 14 minuti "Creating The Enternal Now Is Always", avrebbero potuto saltare l'appuntamento senza tanti rimpianti. La traiettoria discendente ora è in picchiata. "Irrepressible Heads" del 2008, disco che dovrebbe essere volutamente lo-fi (ed il sottoscritto ama il lo-fi), in realtà è un disco senza idee, mal riuscito e che si sente male per l'appunto. Stesso giudizio per il successivo "Vertigo Swill" (2011), un infima orgia di rumori che nemmeno il registratore di musicassette regalatomi da mio zio alla prima comunione poteva partorire. Tornando indietro non mi sarei mai sottoposto a codesta tortura. Quale, la comunione? Si, ma anche l'ascolto dell'album.
L'andazzo non cambia in "Enten-Eller" (messaggio subliminale nelle voci montate al contrario in Either Part 2?) e " Inner Space Broadcasts Volume 1 Part 1". Ma prima o poi tutti ritornano sui propri passi, tutti ritrovano la via di casa ed è così che nel 2015 arriva l'album della reden
GG Allin - No Rights (Acoustic)

Il suo vero nome era Gesù Cristo e visse poco più di trentatre anni (precisamente quasi 37)

Il fratello maggiore (di poco meno di tre anni) Merle, era incapace di pronunciarne il nome correttamente ed iniziò a chiamarlo Jeje divenuto poi GG.

Prima di iniziare le elementari la madre gli cambiò il nome in Kevin Michael (vaccelo a sapè perchè...).

Gigi amava i Beatles e i Rolling Stones (che sia per ciò che Gianni Morandi lo cantò nel '66? ai posteriori l'ardua sentenza...).

Da adolescente formò la sua prima band, i "Little Sister's Date" (con l'altro fratello maggiore chiamato Pinky), che durò a malapena un annetto (niente a che vedere con un nanetto anche se oralmente parlando ci assomiglia...) la band intendo.

A metà degli '80 Gigi era divenuto totalmente dipendente da eroina ed alcool, senza farsi mancare varie altre sostanze stupefacenti di cui abusava allegramente.

Uno dei suoi maggiori idoli fu Hiram "Hank" King Williams leggendario cantautore country morto a soli 30 anni, appena tre anni prima che nascesse il ns. Gigi, anche lui tossicodipendente perso, l'ultima canzone edita da Hank fu «I'll Never Get Out Of This World Alive» ovvero «Non Uscirò Mai Vivo Da Questo Mondo» ma questa è un'altra storia... e che storia!
Copertine & libidine (5)
Ma non è solo questione di grandeur e/o effetti speciali. Ci sono copertine straordinarie anche proprio per la lo "povertà". Prendi questa: Bisca "S.D.S. 1984". Fatta a mano con pezzi di cartone e scritta a pennarello. Io ne posseggo una delle primissime copie (ed è davvero fatta a mano!).
BISCA - SDS - 1984 Ingrandisci questa immagine
Copertine & libidine (4)
In Italia, comunque, ci si è dati da fare! Alcune delle copertine più belle hanno visto la luce nel Belpaese (il che spiega la ragione per cui molti dischi dei nostri '70 sono ricercatissimi tra i collezionisti).
Che dire, per esempio, di "Nuda" dei Garybaldi con quella copertina che si allungava a dismisura sul corpo della Valentina del grandissimo Crepax?
E la foto, davvero, non gli rende merito!
Garybaldi - Maya desnuda (1972) Ingrandisci questa immagine
Se frequentate questo antro oscuro penso di poterne desumere che condividiate con me la stessa perversione, la stessa insana deviazione libidica nei confronti del vinile.
Una passione feticista che, ancor prima che acustica è, spesso, tattile e visiva.
Ebbene sì, oggi voglio parlare delle copertine dei dischi!
Premetto che io non sono un collezionista: non sopporto quel rapporto asettico col disco, il loro preservarli fino a tenerli chiusi nel cellophane, trattati come reliquie....
Io, no. Io dischi li ho consumati, ci ho fatto l'amore, li ho maltrattati e li ho accuditi (infatti un sacco di pezzi anche rari che posseggo hanno perso buona parte del loro valore....).
Comunque, vi chiedo: quali sono le copertine di dischi più assurde, incredibili, fascinose, sessualmente attrattive di tutte, secondo voi?
Certo, ci sono i classici: la banana di Wharol (la prima, quella censurata, con lo sticker rimovibile e la banana rosa), il primo del Banco, quello apribile con la feritoia del salvadanaio, il primo dei Faust con la copertina trasparente....ecc. ecc.
Ma questi li conoscono tutti! Io voglio suggerirvene alcuni meno noti ma davvero incredibili (ed introvabili!).
Tipo questo: Annexus Quam "Osmose" con quella copertina apribile che diventava una piramide e che poteva essere composta e scomposta in tanti modi....
Bellissimo!
E pure la musica era eccezionale....https://www.debaser.it/main/playlist_item.aspx?IdPlaylist=195675
Ingrandisci questa immagine
Io ieri ho comprato "Sfera" degli "Apollo Beat".

Sì sì, sono tutti amici miei, sì. No no, non li conoscete. Le Origini
GUN CLUB - COOL DRINK WATER
Dal 1° episodio di TOP(PA) 100.
Metti il punk-rock targato west coast, blues, psychobilly e una bella manciata noir che non guasta mai e il gioco è fatto.
La macchina infernale di Jeffrey Lee è ipnotica e sconvolgente e nel 1981 raggiunge la sua perfida perfezione con
"Fire Of Love". 11 laceranti tracce che iscriveranno il 'club delle pistole' nella lista delle band da culto e in quella dei dannati spediti all'inferno. Album indispensabile.
.https://www.debaser.it/main/playlist_item.aspx?IdPlaylist=194883

Questa è la seconda traccia tratta dall'album "Right On Brother" registrato in studio nel 1972 da codesto (semisconosciuto, totalmente almeno per me) gruppo tedesco di genere diciamo progressive/kraut/rock, la cui formazione dei musicisti era così composta:
- Hannes Beckmann: amplified violin, acoustic bass, percussion, vocals (Compositore e violinista tedesco, fu professore di vilolino jazz a Belgrado, venuto al mondo il 24 agosto '50 a Bielefeld, andatosene definitivamente il 17 marzo del 2016 a Monaco in Germania.)
- Cotch Black: congas, lead percussion, laughter and vocals (il cui vero nome è Cottrell Black, percussionista made in USA.)
- Ralph Fischer: bass, percussion, vocals (cantante, bassista e polistrumentista, si esibiva nella Monaco verso la fine degli anni '60 e primi anni '70. Iniziò come cantante folk, si è poi unito agli "Embryo" nel loro album di debutto "Opal" e collaborò brevemente con i "Xhol Caravan" meglio conosciuti come "Soul Caravan.)
- Abu Dram: drums, percussion, vocals (...?)
- Peter Holzwig: piano, organ, marimbaphone, percussion, vocals (...??)
- Alfred Jones: guitar, percussion, vocals (...???)

e niente... anzi no, chi più ne seppia più ne mettia!
Si avvisa la gentile clientela del negozio che il titolare Rob Gordon, alias @[G] , ci ha muniti di due nuove menzioni: "podio" e "fetisc". La prima per etichettare ascolti, scelte o approfondimenti che si distinguono per caratura storica e popolare. La seconda è la menzione per eccellenza dei frequentatori di questa bottega, quelli dagli ascolti ricercati e dettagliati, che conoscono di un brano più informazioni degli stessi autori! Fatene buon uso!
Dammi più ascolti!
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