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COME SPUTTANARSI UNA CARRIERA, SEZIONE ANGLOFONA, vol. 2: Emerson, Lake & Palmer

(Deroga all'abituale rassegna d'italici ingegni, gruppi o solisti. Stavolta andiamo sull'angloparlante, insomma, su, vogliamo dirlo o no che non solo nello Stivale si portano a compimento in maniera indegna ed indecorosa carriere musicali che un tempo segnarono la strada a tutti?)

Amiche ed amici, benvenuti all'ottavo blocco di un'amena rubrichetta che, vi avviso, va presa a dosi minime ed a stomaco vuoto. Ispirato da ottimi DeBaseriani con l'hobby di cacciarsi due dita in gola ogni tanto, eccomi a proporvi pochi e scelti ascolti riguardanti il lato disgustoso della produzione di alcuni gruppi, o artisti solisti, anglofoni che la Storia della Musica l'hanno fatta per davvero, offrendo, un tempo, musica di qualità e potenzialmente dall'afflato internazionale, per poi cadere nelle secche d'una discografia di bassissima lega tanto da renderli, perlopiù, irriconoscibili alle orecchie dei fans di un tempo.
Fiato alle fetide trombe, orsù...

Emerson, Lake & Palmer - Taste of My Love
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Questo disco fa schifo. E puzza, pure. Così sarà contento il venerato maestro Eddy Cilìa - alla cui scuola mi sono formato - che qualcuno ancora ricordi una delle sue più memorabili uscite; non rammento a che proposito se ne uscì in tal guisa, ma son questioni di lana caprina. di più
Canzone 03 - Taste Of My Love