Signori debasici, sono abbastanza orgoglioso di presentare la classifica degli album di Ivan Graziani dal peggiore al migliore. Iniziamo subito:
13°: PIKNIC
Dopo aver partecipato a Sanremo 1985 con la melodicamente buona Franca ti amo Ivan pubblica questo lavoro, che purtroppo o per fortuna si trova nei bassifondi di questa classifica. Purtroppo perchè è un album che recupera in parte la verve pirotecnica che negli ultimi anni stava cominciando a scemare, con alcuni brani che fan ricordare certi passaggi del passato (Zio gorilla e Rosanna non sei tu) e altri con delle basi costruite in modo eccellente mescolando anche la chitarra maestosa di Ivan (Ed è felicità e La mia isola, la seconda accompagnata da un arpeggio ottimo e trascinante). Per fortuna perchè all'ascolto è palese si tratti di un album messo su per aderire a un contratto, soprattutto per certe canzoni scritte così per fare numero, come la mielosa e banale Soffice o la terrificante Ho paura dei temporali. In Piknic poi è situata quella che è la più grande caduta di stile che Ivan abbia mai avuto in tutta la sua carriera ovvero Baby love e la si può trovare nella posizione numero 9 della scaletta: un arrangiamento pop, plasticoso ed irritante accompagna un testo adolescenziale, banale e inutile (paragoni a Pupo più tardi, già troppi l'hanno paragonata alla penna del Pupone). Un pezzo facile facile, che non a caso verrà scelto come singolo per promuovere il disco. Un album che ha qualche bella trovata ma anche molta roba buttata in mezzo giusto per rispettare l'ordine della casa discografica e che rappresenta il punto più basso del chitarrista nazionale.

La gemma: La mia isola
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