6°: IVAN GRAZIANI
Nell'83 Ivan torna a giocare sicuro, lasciando affinare gli arrangiamenti al sommo Giampiero Reverberi facendo uscire questo Ivan Graziani. Innanzitutto l'album segna l'evoluzione dello stile del precedente Seni e coseni: da un lato vengono fuori ballate indimenticabili come Signora bionda dei ciliegi, Navi e 140 km/h, che acquistano un pathos e una grinta che in alcune ballate del precedente album andava un poco a scemare, dall'altro abbiamo il rock duro e raffinato nella celebre Il chitarrista e nella storia surreale di Torna a casa Lassie. In tutto questo l'ispirazione sembra tornata sugli standard nel nostro, tirando in ballo la scoperta del sesso in Signora bionda dei ciliegi, una storia d'amore nella ventosa Trieste in 140 km/h, la vincita di una notte con una ragazza in una partita a carte in Il chitarrista (tra l'altro scritta insieme ad Alfredo Rapetti, figlio del leggendario Mogol) e così via. A equilibrare il bilancio vengono inserite Palla di gomma, dove la mano di Reverberi risulta quasi fastidiosa e la finale Gran Sasso, una ballata con tanti buoni spunti ma che non cattura. Le vendite non si decideranno a rialzarsi, nonostante il successo di Il chitarrista e la partecipazione a vari festival e così come molti altri album di Ivan rimarrà nel dimenticatoio. Nonostante ciò, Ivan Graziani è un album che riacquista il tiro dei precedenti album, pompando i momenti i più lenti e raffinando quelli più trascinanti, riuscendo a non annoiare quasi mai e ad attrarre l'attenzione dell'ascoltatore con canzoni sempre originali e costruite nel minimo dettaglio.
La gemma: Navi
Nell'83 Ivan torna a giocare sicuro, lasciando affinare gli arrangiamenti al sommo Giampiero Reverberi facendo uscire questo Ivan Graziani. Innanzitutto l'album segna l'evoluzione dello stile del precedente Seni e coseni: da un lato vengono fuori ballate indimenticabili come Signora bionda dei ciliegi, Navi e 140 km/h, che acquistano un pathos e una grinta che in alcune ballate del precedente album andava un poco a scemare, dall'altro abbiamo il rock duro e raffinato nella celebre Il chitarrista e nella storia surreale di Torna a casa Lassie. In tutto questo l'ispirazione sembra tornata sugli standard nel nostro, tirando in ballo la scoperta del sesso in Signora bionda dei ciliegi, una storia d'amore nella ventosa Trieste in 140 km/h, la vincita di una notte con una ragazza in una partita a carte in Il chitarrista (tra l'altro scritta insieme ad Alfredo Rapetti, figlio del leggendario Mogol) e così via. A equilibrare il bilancio vengono inserite Palla di gomma, dove la mano di Reverberi risulta quasi fastidiosa e la finale Gran Sasso, una ballata con tanti buoni spunti ma che non cattura. Le vendite non si decideranno a rialzarsi, nonostante il successo di Il chitarrista e la partecipazione a vari festival e così come molti altri album di Ivan rimarrà nel dimenticatoio. Nonostante ciò, Ivan Graziani è un album che riacquista il tiro dei precedenti album, pompando i momenti i più lenti e raffinando quelli più trascinanti, riuscendo a non annoiare quasi mai e ad attrarre l'attenzione dell'ascoltatore con canzoni sempre originali e costruite nel minimo dettaglio.
La gemma: Navi
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