1.Canzoni a manovella
4 anni dopo l'ottimo Il ballo di San Vito Vinicio ritorna con un album straordinario chiamato Canzoni a manovella. Un quasi reset si può dire, c'è poco in comune col precedente album e soprattutto con i primi tre. C'è una variazione di generi ancor più stupefacente, c'è la ballata più "classica" in Bardamù con un ritornello completamente fuorviante rispetto al pezzo e la conclusiva Resto qua, la polka di Marajà, pezzi bandistici come Marcia del camposanto e Suona Rosamunda, piccole reminiscenze dei precedenti album in Solo mia e Con una rosa che si mescolano benissimo al resto dell'album, c'è il blues magniloquente di Signora luna eccetera eccetera. Vinicio matura moltissimo a livello lirico e questa evoluzione diviene palese quando raggiungiamo I pagliacci, Bardamù, Nella pioggia e soprattutto Signora luna. A differenza di Ovunque proteggi, Canzoni a manovella è più omogeneo e quindi è più apprezzabile nella sua interezza che per pezzi presi singolarmente. Questo è il suo grande pregio, essere un disco compatto e folle allo stesso tempo, sperimentando nuovi generi in un album che stranamente non riesce ad essere etereo come il successivo. Per questo Canzoni a manovella è il capolavoro di Vinicio: l'entrata nei campioni della canzone italiana corrisponde al disco più riuscito e bilanciato di Capossela
Voto: 10 con lode
La gemma: Signora Luna
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