Vulisseve pruvà quaccos'e nuovo?
Un giro (per forza di cose non esaustivo) nello straordinario patrimonio musicale napoletano.
Alan Sorrenti Dicitencello vuje
Che, se poi ce lo vogliamo dire, il fatto è che, a Napoli, un "Liege & Lief" non l'ha inciso nessuno.
Cioé nessuno ha mai pensato seriamente a percorrere una strada che innervasse di rock il patrimonio musicale della tradizione popolare. Insomma, niente Fairport Convention in Campania!
Non è strano: tra il tramonto dei '60 e la prima metà dei '70 la "musica popolare" flirtava con la canzone di protesta e la militanza politica e queste erano cose che si prendevano maledettamente sul serio. Dopo, e solo dopo, fioriranno ibridazioni e reinterpretazioni di ogni tipo. Però il rock e la canzone napoletana flirteranno sempre poco.
Peccato!
Questa "dicitancello vuje" di un Alan Sorrenti che non è più quello di "Aria" e non è ancora quello dei "Figli delle stelle" è - secondo me - una delle ibridazioni meglio riuscite tra canzone napoletana e sonorità elettriche. Ogni volta che l'ascolto mi rammarico del fatto che nessuno abbia pensato a comporre un "Liege & Lief" napoletano!
(Ma neanche un "Hangman's Beautiful Daughter"...)
Un giro (per forza di cose non esaustivo) nello straordinario patrimonio musicale napoletano.
Alan Sorrenti Dicitencello vuje
Che, se poi ce lo vogliamo dire, il fatto è che, a Napoli, un "Liege & Lief" non l'ha inciso nessuno.
Cioé nessuno ha mai pensato seriamente a percorrere una strada che innervasse di rock il patrimonio musicale della tradizione popolare. Insomma, niente Fairport Convention in Campania!
Non è strano: tra il tramonto dei '60 e la prima metà dei '70 la "musica popolare" flirtava con la canzone di protesta e la militanza politica e queste erano cose che si prendevano maledettamente sul serio. Dopo, e solo dopo, fioriranno ibridazioni e reinterpretazioni di ogni tipo. Però il rock e la canzone napoletana flirteranno sempre poco.
Peccato!
Questa "dicitancello vuje" di un Alan Sorrenti che non è più quello di "Aria" e non è ancora quello dei "Figli delle stelle" è - secondo me - una delle ibridazioni meglio riuscite tra canzone napoletana e sonorità elettriche. Ogni volta che l'ascolto mi rammarico del fatto che nessuno abbia pensato a comporre un "Liege & Lief" napoletano!
(Ma neanche un "Hangman's Beautiful Daughter"...)
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