OST BERLIN!!! WEST BERLIN!!!
...chissà i giovani degli anni ottanta, della "nuova onda" italiana, quante pogate si saranno fatte cantando a nastro le punk-declamazioni di Ferretti. Chissà quante volte "Live in Pankow" è passata per i vecchi mangianastri di tanti adolescenti che in quegli anni stavano assistendo, coscienti o meno, alla nascita di una cultura underground musicale in Italia, con le sue tante nottate in strada a bere birra peroni ormai calda dopo un concerto dei CCCP. Era la prima scopata!!... eh si... è proprio in quei fantomatici eighties che la musica quì da noi perde la sua verginità e tutto un aspetto socialmente rassicurante che mai prima di quegli anni si era potuto conoscere.
Ma se le radici dell' "Emilia paranoica" hanno dato frutti fino a tutto il movimento rock indipendente italiano degli anni novanta (sia musicalmente che come concezione sociale del fare musica dal vivo), ebbene tale fertilità non sarebbe potuta esservi senza una città... e questa città è Berlino. La Berlino a metà, quella del muro, della droga pesante sorseggiata come fosse un thé... la città europea più multiforme e sperimentale di tutto il secolo scorso (non solo musicalmente) in cui Blixa Bargeld dopo la dose suonava con giovincelli Neubauten al S.O. 34 (oggi, da quanto mi ha detto un mio amico locale omosex a Kreuzberg) e dove al bancone dei baretti ti potevi vedere una "ripulita" Christiane F. che ai tempi faceva la musica e l' amore nei Sentimentale Jugend assieme ad Alexander Von Borsig (meglio noto come Alexander Hacke). Il cantante-dilettante Ferretti, di ritorno da quella Berlino, aveva assaporato tutta quella atmosfera e ne aveva compreso affondo l'essenza di quel "Geniale Dilettanten" che riassumeva lo spirito dissacratore e espressionista dei giovani berlinesi.
Tra le tante formazioni che laceravano la notte berlinese si deve ricordare un nome... Malaria!... rigorosamente col punto esclamativo (!)... cinque ragazze che suonarono assieme dall'inizio degli anni '80 fino a cavallo dei Novanta... Gudrun Gut e Bettina Koster ancora continuano la loro attività artistica dopo lo scioglimento delle Malaria! La loro musica, come tante altre band di Berlin, nasce da una urgenza di espressione diretta, violenta, sghemba e minimale che predilige un rapporto assolutamente "materiale" con gli strumenti... certo, gli Einsturzende Neubauten hanno reso esplicito questa necessità di una dipserata materialità musicale con la fabbricazione dei loro strumenti... ma credo che tale urgenza contraddistingueva tutta la scena di quegli anni. Nonostante le Malaria suonino con una strumentazione classica e l'utilizzo di suoni sintetizzati, traspare chiaramente nell'ascoltarle un modo radicale di rapportarsi alla musica che porta ad un minimalismo ossessivo e tribale come forma di riappropriazione di una natura, di un immediato, che il progresso industriale ha soffocato. E' nel cuore dell' "industriale", quì inteso come fenomeno sociale, che le Malaria!, assieme a tanta altra gente, rivendicano una possibiltà per l'uomo di staccarsi dal progressismo meccanizzato. E credo proprio che tale urgenza e necessità rende i primi semi della musica industriale nettamente superiore alle sue successive evoluzioni, in quanto erano così ingenuamente violenti, così naturalmente "industrial". La musica delle cinque ragazze di Berlino comunque resta molto meno ostica di tanti altri esperimenti in quanto è abbastanza evidente qualche rimasuglio melodico-decadente che sicuramente esprime il nuovo suono della new-wave post-punk.
"Compiled 1981-1984" uscì nel 1992 per raccoglier parte della loro produzione che ai tempi faceva ballare i postacci-duemetri-sottoterra al di là del muro. "Kaltes klares wsser" assieme a "Trash me" sono le due hit tanz-industrial: ritmica secca in quarti, melodie cantilenanti infarcite di rumori e voce puramente espressionista. "Geh Duschen", forse unon dei pezzi meglio riusciti, inizia con dei suoni annoiati che girano attorno a sè e che subito dopo sono rotti da una ritmica-basso-synth che viaggia dritta dritta come un treno e su cui, sembra assurdo, una chitarra suona un giretto alla spaghetti-western (!). "Mensch" e "Dabo" sono i due pezzi più dadaisti in cui troviamo intuizioni (come l'utilizzo delle stazioni radio in dabo) che ancora oggi i Neubauten utilizzano. "You You", bellissima, è new-wave a palla che fa venire in mente le sbronze e le darchettone tedesche che ballano in una bettola di discoteca con sul pavimento i vetri rotti di montagne di birre scolate. L'ultimo pezzo, "Gewissen", racchiude un pò tutta l'essenza della loro composizione in cui gli echi ci portano alla memoria i "Crime and the city solution" e il "Nick Cave" delle pere.
Insomma... un disco bellissimo, radiografia di una epoca e musica che continuano ad affascinare... canzoni assolutamente immediate, espressive, che in un certo qual modo "somatizzano" tutto lo spirito e la materia (...ma forse più la materia) di quella Berlino.
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