Ho da pochissimo recensito il disco di questo artista di origini calabresi, un vero e proprio giramondo; un girovago, una spugna, un raccoglitore di emozioni. Gennaro De Rosa, alias Mandara, è il vincitore dell'ultima targa "Suoni di Confine". Un premio, relativamente nuovo, che è già stato vinto da nomi illustri come Teresa De Sio con l'album "Riddim a Sud" e da un corregionale di De Rosa, anch'egli percussionista, Leon Pantarei. Contatto Gennaro telefonicamente, per "5 domande" (come debaser.it offre), è disponibilissimo, contento per il "riconoscimento" dell'unico premio Italiano dedicato alla World-Music ed alla musica di ricerca, come quella che Mandara fa da anni.

Giovanni Rizzo : Ciao Gennaro! Intanto ti faccio i miei complimenti per il "Premio Suoni di Confine", che hai ottenuto perché il tuo disco rappresenta a pieno l'incontro/scontro odierno di culture e realizza un benefico melting-pot di culture e linguaggi mescolando l'arabo col tedesco, l'inglese col bengali, nel segno di una world music da terzo millennio. Eri consapevole di aver fatto qualcosa di cosi grosso??

Mandara : (Ride) In effetti no, non ero proprio consapevole che avrei ottenuto questo effetto ma ho cercato di mettere in questo lavoro un po' tutto ciò che avevo raccolto in anni di attività live, di viaggi, di incontri e anche di scontri...che sono stati anche notati, tra l'altro (ride). Sono felice davvero di questo riconoscimento, che arriva, poi, in un momento importante e particolare. Una iniezione di fiducia utile e poi su un campo, per me, importantissimo, come quello dell'integrazione e dell'incontro di razze e di culture. Ho fatto numerosissimi viaggi e incontrato tantissima gente di ogni tipo, e la cosa più bella è stata quella, poi, di ospitare e accogliere tutta questa gente nel mio studio in Calabria. Vivo a Sud...e penso che decidere di vivere a Sud e "fare impresa" sia una scelta decisamente "di Confine".

G.R.:  Tu Vivi a sud, ma del sud hai fatto una sorta di stazione, di pit-stop, di caravanserraglio. Dopo essere stato ovunque, ritorni e imprimi sul silicio le tracce che hai lasciato in giro per il mondo. Che ti tipo di approccio hai con il Sud e le sue dinamiche sociali e politiche ??

Mandara : Che domandona !! Intanto ti ringrazio del fatto delle "Tracce" (Ride). Spero davvero di averne lasciate e che qualcuna possa anche essere tornata utile. Io ho bisogno di tornare a casa, questa è la verità. Ho bisogno di risentire l'odore della mia terra. Mancavo da un bel po'. E ho passato un po di mesi, ultimamente, nella mia terra. E' stato un grande momento di riflessione, di "pulizia", di selezione e di grosse decisioni che riguardavano la mia vita. E poi, dai, Giovanni, mi ha portato pure un po fortuna ...no ??

G.R.: Cosa rappresenta Mandara per te e come vivi questa sorta di dualismo professionale ? In fondo, Mandara è quello della libera espressione e della creatività, Gennaro de Rosa il professionista "rispettoso e ricettivo"; come ti definiva un collega pochi giorni fa su un quotidiano calabrese.

Mandara : Beh..!! hai risposto tu in effetti. Credo sia proprio così. Anche se poi in realtà queste due ipotetiche personalità si fondono e coesistono e convivono se riescono a non scontrarsi. Vivo una sorta di schizofrenia creativa che mi porta ad essere cangiante e non essere sempre la stessa persona. Cerco di essere come la situazione richiede. Non vuol dire non avere una personalità definita ma essere, in un certo modo, capaci di vivere serenamente rapporti di convivenza con ogni tipo di persone con usi, costumi, lingue, religioni differenti. Credo  che questo mood sia essenziale nel mondo "multi-entnico" che viviamo.

G.R.: Il premio ti è stato assegnato dal MEI, dall'ARCI e da "Amnesty International", che è una organizzazione internazionale per i diritti umani una comunità globale di difensori dei diritti umani che si riconosce nei principi della solidarietà internazionale. Il tuo ultimo lavoro, "Mandara" è stato scelto tra tutti i dischi italiani prodotti nell'ultimo anno.

Mandara: ...ti interrompo! Mandara è un progetto che porto avanti da tempo e ho sempre tenuto presente la direzione da seguire... Questo progetto parte con un primo lavoro, intitolato "Bisanzio",  prosegue con "Alatul" e chiude un percorso con questo 3° disco, che non a caso ho voluto intitolare "Mandara". In tutti e tre questi lavori, esplorando le culture del Mediterraneo, il Medio-oriente, l'Africa e l'Oriente più lontano, abbiamo sempre voluto  confrontarci con le culture più emarginate, rispettosi di tutti i popoli, delle loro tradizioni e dei loro modelli culturali. La scommessa era riuscire a contenere nel nostro lavoro tante schegge di mondo... e sono felice che questa cosa sia stata notata.

G.R. : Ti ringrazio per la velocissima chiacchierata e spero di incontrarti presto, magari in un concerto del progetto Mandara oppure con il progetto "Pentole&Computer" con il 99 posse Marco Messina. Ho avuto anche modo di vederti contaminare la musica dei 99 Posse in un recente concerto in Calabria.

Mandara: ...beh... recente mica tanto. L'ultimo concerto in Calabria con i Posse è stato un anno fa ormai. Comunque anche quella con loro è stata una esperienza di gran crescita politica e anche artistica... e poi ti posso assicurare che era davvero divertente suonare la tammorra su un brano come "S'Addà Appiccià" (Ride). Come vedi, "contaminazione" e "confine" ci sono sempre...è proprio un fatto naturale...tutto stà, poi, nel trovare artisti disposti a lasciarsi contaminare senza mettere "Confini". La musica non ha confini. Dovremmo imparare molto dai solchi dei dischi e trasferire tutto nelle pieghe del tessuto della società.

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