"Futurology", secondo di un dittico di album pubblicato dai Manic Street Preachers in due anni (tra 2013 e 2014), era sembrato a molti il modo pefetto per congedarsi dal proprio pubblico.

Un disco che osava, dopo una carriera idealmente suddivisibile in due fasi, con al centro un periodo di (nemmeno così estremo) appannamento, interrotto dallo splendido "Send Away The Tigers" del 2006. Invece la band capitanata da James Dean Bradfield e Nicky Wire ha deciso di sorprendere di nuovo, e a distanza di quattro anni da quell'ottima prova (il gap più lungo in assoluto tra due album per la storica band gallese) pubblica questo nuovo "Resistance Is Futile", prodotto da Dave Eringa, Gavin Fitzjohn e Guy Massey e registrato in un nuovo studio costruito nei pressi di Newport.

Per questa nuova avventura, i Manics tornano ad un approccio più classicamente rock e optano per un sound contrassegnato dal marchio di fabbrica della band. Sparita la patina sperimentale e le fascinazioni kraut del precedente episodio (se ne trova traccia solo nella – per amor del vero non fondamentale – "In Eternity"), il trio gallese vira (come esplicitamente dichiarato dalla stessa band) verso una fusione di stili che fonda la grinta di "Generation Terrorists" con l'afflato orchestrale del fondamentale "Everything Must Go". E la missione va considerata ampiamente riuscita.

"Resistance Is Futile" è un album ispirato e pienamente riuscito, a partire da una "People Give In" che racchiude in sé tutto il buono della proposta dei gallesi; una melodia gradevole pienamente centrata che sfocia in un refrain epico e urlato al cielo, tra archi che disegnano traiettorie ampie e circolari ed un'interpretazione di Bradfield sentita ed accorata. Il singolo "International Blue", incensato da più parti come una nuova "Motorcycle Emptiness", è grintoso e molto azzeccato, e ci introduce ad una ballad in pieno stile Manics come"Distant Colours", forse leggermente paracula (non a caso è stata scelta come secondo estratto), ma sempre con gran classe.

Nel resto del disco la tavolozza dei colori si rivela fondamentalmente rock, sino a sfiorare persino il metal con la travolgente "Broken Algorithms" (davvero molto vicina a certe cose degli Iron Maiden); "Sequels Of Forgotten Wars" e "Song For The Sadness" potrebbero esser benissimo outtakes di "Send Away The Tigers", mentre "The Left Behind" chiude citando i migliori U2.

Nel mezzo, un altro paio di concessioni al pop di classe (la delicata "Vivian" e la rotonda ballad "Hold Me Like A Heaven"), un riuscito duetto con la lanciata cantautrice The Anchoress ("Dylan & Caitilin", immaginaria conversazione tra Dylan e Caitlin Thomas) e la nostalgia puramente britpop della bellissima "Liverpool Revisited".

"Resistance Is Futile" è un signor disco, che sorprende per ispirazione e contenuti. Ennesima perla da aggiungere alla ormai stellare carriera dei Manic Street Preacher.

Traccia migliore: Liverpool Revisited

Carico i commenti... con calma