Qualche mese dopo l'uscita di "This Last Night in Sodom", album di congedo targato Soft Cell, sempre nel 1984 le varie sfaccettature della personalità sensibile di Almond scendono nuovamente in campo per confluire in una nuova opera (originalmente di 9 tracce, che nelle successive ristampe diventeranno 14).

Se l'opener "Shining Sinner" sembra essere scappata via dai solchi del secondo Soft Cell - The Art Of Falling Apart- il diavoletto della copertina è pronto a stravolgere il suo eterogeneo pubblico con una sequenza di brani pronti a spiazzare sia chi lo ha seguito per il progetto con il fidato amico David Ball, sia per chi ha amato la sua incarnazione nei Mambas.

"You Have" spiazza entrambe le tipologie di fan con una sterzata verso con un ritmo allegro e quasi spensierato al quale il Nostro non ci aveva abituati. Il gioco si fa duro è quindi perché non stravolgere il mood del disco con una cantilenante "Ugly Head" dominata dalle trombe che creano un vortice sonoro atto ad amplificare la litania del ritornello ripetuto all'infinito?

A questo punto cosa sta accadendo? Cosa passa per la testa di Almond? La splendida "The Boy Who Came Back", interpretata con un pathos senza eguali ci regala la vera prima anticipazione di quello che sarà il Marc Almond dei dischi a venire. Anche in questo brano la tromba gioca un ruolo fondamentale come a marcare un nuovo percorso stilistico, sviluppato anche dalla sperimentazione dell successiva "Solo Adultos" -viene da chiedersi se Douglas P. dei Death In June non abbia fatto tesoro di questi insegnamenti per gli splendidi album che di lì a poco vedranno luce-.

E poi infine il capolavoro, una delle più belle canzoni di Almond in assoluto: "Tenderness Is a Weakness". La maestosità e il romanticismo di questo brano valgono da sole l'intero lavoro.

Eh si, il diavoletto della copertina si è preso gioco di noi, ma che grande regalo ci ha fatto!

Da avere!


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