Quasi tre ore di film e non sentirle. Scorsese-De Niro=garanzia. Se poi ci aggiungiamo il gangster più dissacrante di tutti, Joe Pesci, che vinse l'oscar per "quei bravi ragazzi", il quadro è completo. Certo, un quadro decisamente manierista, ma di una qualità mostruosamente elevata.

Forse il miglior lavoro di Martin Scorsese in quei benedetti anni 90.

Da una sceneggiatura ineccepibile di Nicholas Pileggi e del regista stesso; "Casinò" si rivela un viaggio nella Las Vegas anni 70/80, in cui il gioco d'azzardo era quasi una seconda religione e la malavita aveva le sue lunghe mani un pò dappertutto. Un mondo di sfarzo, potere e decadenza, un mondo violento e corrotto, in cui la fiducia e l'amicizia (e addirittura l'amore) non esistono. Solo ricerca sfrenata di ricchezza (una nuova febbre dell'oro). Qui vigono regole assolutamente materialiste. Avere, possedere, arricchirsi sono i 3 comandamenti per riuscire a (soprav)vivere.

Il film segue le vicende incrociate di Sam "asso" Rothstein (De Niro) e Nicky Santoro (Joe Pesci), che sono anche i due narratori in prima persona dell'intera storia. Il primo, giocatore d'azzardo incallito più volte pizzicato dalla giustizia, verrà incaricato di gestire un casinò per conto di un'organizzazione mafiosa, nel modo più scrupoloso possibile, puntando a farlo diventare il migliore. Il secondo, "piccolo godfather"inviato da Kansas City per coprire le spalle a Sam, si farà presto ingolosire dalle opportunità pecuniarie offerte dalla città, fino a sprofondare in un'insensata e parossistica ricerca di denaro "facile".

Scorsese fa il suo sporco lavoro con grande maestria, confermando ancora una volta di essere tra i migliori registi viventi. Degni di lode, inoltre, sono la fotografia, semplicemente spettacolare, e l'ottimo montaggio.

La caratterizzazione dei personaggi è tra le migliori di sempre e anche un'attrice mediocre come Sharon Stone risulta credibile, anzi, addirittura perfetta, nel ruolo dell'auto-distruttiva Ginger, femme fatale che diventerà la moglie di Sam. Ginger è proprio la personificazione, ma allo stesso tempo la vittima, di Las Vegas e della sete di soldi: bellissima, contagiosa, puttana, famelica, insaziabile... destinata a farsi a pezzi con le proprie mani.

"Casinò" è questo. Una storia di egoismi e tradimenti, che mostra il lato più corrotto dell'uomo e il suo amore smisurato per quello che, in fin dei conti, è il niente.

Un film che fotografa l'uomo come una bestia ingabbiata in un mondo di plastica. Un mondo appositamente creato per spremerci fino al midollo e tirar fuori il nostro lato più schifosamente vero.

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