L'ottima Malignant Records dal lontano 1994 ad oggi non ha sbagliato un colpo. Con un occhio sempre attento verso le nuove produzioni dark ambient e industrial, ha incrementato anno dopo anno un catalogo che spicca per ricercatezza e qualità. L'omonimo album d'esordio dei Martyria è un pezzo prestigioso di questo ricco lotto.

I Martyrion (dal greco antico) o Martyrium (dal latino), detti anche Martyria, sono dei siti che custodiscono le reliquie di un martire o una chiesa edificata sulla tomba di un martire. Le intense evocazioni ultraterrene emanate dalle cinque oscure traccie del duo greco (George Zafiriadis e Lena Merkouri) sono una perfetta raffigurazione sonora dei suddetti siti.

Un lavoro dalle profonde atmosfere sepolcrali e ritualistiche, ricco d'infinite minuzie. Il disco parte con "Logos", pezzo dalla cadenza grave che incede austero col un rigore marziale su un solida base costituita da ritmi bizantini ."Pneuma" è un' anestesia ipnotizzante, procurata dall'eccellente esercizio gutturale che ricorda i mistici suoni dei didgeridoo degli aborigeni australiani. "Nekros" è un'aria spettrale di oltre otto minuti, scandita dalle armonie periodiche e logoranti di droni monocromatici.Traccia dopo traccia l'album si muove verso territori rarefatti, pervaso dalle esalazioni di fumi d'incenso, mentre scende spedito nelle viscere del sottosuolo, fino ad "Eschaton" e "Nyx", spettrali riti liturgici accompagnati da una moltitudine di suoni sconnessi e sinistri scricchiolii da oscuri luoghi indefiniti.

Le eleganti architetture sonore fanno di Martyria un disco mirabile per gli amanti del genere, omogeneo e compenetrante come pochi nei suoi cerimoniali spirituali. Cinque fantastiche escursioni temporali, cinque grida laceranti dai sotteranei per poco più di quaranta minuti di puro ipnotismo. Vivamente consigliato, come quasi tutti i titoli del catalogo Malignant Records.

Carico i commenti...  con calma