Maso Yamazaki (per gli amici Masonna) è uno che come tutti i più grandi artisti di sempre fa tutto da solo. Credo di chiami autarchia. I suoi lavori sono caratterizzati da ritmi forsennati, ai limiti della violenza estrema. Sempre velocissimi, sempre sfuggenti e massacranti.
Maso si mette al microfono (che ha precedentemente provveduto a collegare ad una schiera di pedali di distorsione e altre amenità varie), e comincia a urlare come un soldato vietnamita costretto a fare jogging in un campo minato. Quest'attività fisica è svolta sotto il fuoco di un centinaio di mitragliatrici, di colate di napalm amorevolmente gettate dai biplani che gli passano sopra, e forse (ma dico forse) da qualche dozzina di carri armati che lo bombardano allegramente. Dalla sua, il suo esercito immaginario lo ha saggiamente dotato di un paio di scarpe di legno scheggioso e foderate internamente con del filo spinato elettrificato.
Spectrum Ripper non fa eccezione nell'eccellente discografia del Masonna. Questo forse non è il suo album più estremo, ma sono solo punti di vista. La sua è sempre roba tosta. Roba da far ascoltare nel sonno alla vostra ragazza quando avrete deciso di non volerla vedere mai più. Maso non tradisce i suoi fan nella sostanza. O i fan della sostanza. Insomma è un gran bell'ascoltare. Ogni tanto si sentono dei singhiozzi, come dei singulti imploranti. E sono tutti, regolarmente, filologicamente spezzati, ritoccati, irrigiditi. E si confondono nel vortice. O al massimo ritornano per essere massacrati un altro po'... per poi essere ributtati (nuovamente, finalmente) nella centrifuga.
C'è dentro di tutto ed è tutto raschiato, veloce e bellissimo. 25 tracce di sporco, violentissimo casino ultraperverso.
Il nostro eroe è (ipoteticamente, ma sono sensazioni mie) nuovamente al centro di una specie di guerra allucinata fatta di esplosioni, rumore bianco, mitragliate, cose che saltano per aria e un sacco di metallo che raschia contro altro metallo. La sensazione può essere quella di vedere un documentario sulla guerra d'Asia filmato con una telecamera costruita apposta per raschiare e rovinare la pellicola. Un album per tutta la famiglia.
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