Massimo Ranieri è uno dei nostri artisti più amati e seguiti sin dall'inizio della sua ultra-quarantennale carriera costellata di grandi successi originali. Un artista che ha saputo dire la sua, proponendosi come assoluto fenomeno avant-garde tutto italiano, in grado di passare con disinvoltura dalla reinterpretazione dei grandi classici napoletani (con dischi dedicati quali "'O surdato 'nammurato", "Passa lu tempo e lo munno s'avota"), alla fusion tra classica e musica popolare (lo stupendo "Meditazione" registrato in presa diretta nello storico Teatro Valle di Roma), o ancora al musical vero e proprio di "Hollywood ritratto di un divo", passando per il pop di classe di "Se bruciasse la città" (edito nel suo omonimo Lp d'esordio). Impossibile, poi, non citare LA canzone per antonomasia, quella che solo l'incredibile capacità espressiva e la passione di un gigante della musica come Massimo, poteva rendere indimenticabile: "Perdere l'Amore" è l'apice della canzone italiana anni '80, non a caso trionfatrice dell'edizione 1988 di Sanremo e in pratica consacrazione definitiva nell'olimpo dei grandi.

Dopo questa doverosa premessa, e visto e considerato il deprimente "0" nel fiacco database debaseriano, vorrei portare all'attenzione del popolo debaseriano questo vero e proprio concept che va a confermare quanto scritto  giusto qualche riga sopra: l'eclettismo, la passione e una totale visione della musica a 290°. Un concept che ruota attorno al mito dell'Odissea, che ne coglie il respiro epico e lo trasforma in musica magniloquente e altisonante, a tratti esagerata ma mai eccessiva o pedante. Un vero è proprio guanto di sfida al vetusto prog-inglese "alla yes" che infatti preferì dirottarsi su un un pop-rock da classifica ("90125") piuttosto che misurarsi col talento poliedrico del nostro eroe.

"La Faccia Del mare"...il titolo è eloquente e già si potrebbe intuire l'epicità del disco; è una sorprendente "Introduzione" (di nome e d fatto) a confermare le nostre supposizioni: la musica è imponente, con l'orchestra di 752 elementi che ci viene sbattuta in faccia con una potenza da far ribaltare l'ignaro ascoltatore dal divano/sedia/sgabello/water, lasciandolo decisamente stordito. Di solito ci si aspetta la calma prima della tempesta, ma il buon Massimo s'è dimostrato volpone a ribaltare il famoso detto. Una volta catturata la nostra attenzione, diventa fin troppo semplice farsi ammaliare dalle sue peripezie vocali in canzoni come la tranquilla "Il Cuore Del mare" (una specie di rovescio della medaglia dopo la debordante overture), nella pur melensa "Penelope" (tenuta in piedi solo dalla sua sentita interpretazione) o ancora in inedite divagazioni stile crooner in "New York City", passando per la spettacolare sovraincisione di 100 voci nel coro epico ma tutt'altro che ridondante di "Stephanos", canzone dal refrain davvero coinvolgente: la melodia di synth, che qui sostitusce l'orchestra, sembra un delicato soffio di vento sul nostro viso in una soffocante giornata d'Agosto; il tocco del pianoforte, vagamente psichedelico, che accompagana la voce nel refrain, è semplicemente un innesto di raffinata classe. In questo caso la classe... è acqua, quindi mare, esattamente come il titolo del disco: un altro detto popolare ribaltato, stupefacente. A questo punto dal disco sarebbe lecito aspettarsi un calo, un momento per rifiatare ma questo momento non arriva mai, anzi: Massimo alza la posta e si spinge oltre, in pezzi come "I Lotofagi" in cui ci sorprende con delle intuizioni melodiche davvero degne di nota e con un giro di basso incredibilmente simile, seppur a "rallentatore", a quello della famosa "Rusty Cage" dei Soundgarden (!). Un'inaspettata anima funky viene fuori col divertissement "Il Dirottamento" che a tratti pare strizzare l'occhiolino alla disco music (nuova moda del tempo) con quella chitarra così scintillante che acompagna un Ranieri decisamente istrionico al canto. Il disco chiude in grande stile, con quello che è sicuramente il pezzo forte, tal "Odyssea", che si rivela la perfetta sintesi del disco: musica altisonante ma mai banale che accompagna la voce perfettamente intonata di Massimo che regala una grande interpretazione da tramandare ai posteri, con degli inaspettati stacchi da brivido nel finale.

Che dire, probabilmente la summa artistica e musicale del Ranieri cantante, giusto un filo sotto allo storico "Meditazione" di due anni prima. Ma una "Stephanos" vale mezza discografia, perciò voto massimo... Ranieri.

Elenco e tracce

01   Introduzione (00:00)

02   Il Cuore Del Mare (00:00)

03   New York City (00:00)

04   La Faccia Del Mare (00:00)

05   I Lotofagi (00:00)

06   Penelope (00:00)

07   Il Dirottamento (00:00)

08   Stephanos (00:00)

09   Sole Sulla Banda (00:00)

10   Odyssea (00:00)

11   Finale (00:00)

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