- I Live di Telespalla N°10 -

Credo che questa recensione sia nel posto sbagliato.

Ho una confessione in partenza da fare: m'imbarazza cercare di scambiare due chiacchiere con gli artisti. Non ci riesco. Gli amici spesso cercano d'incoraggiarmi ma non sono proprio capace. Devo trovare uno strano istinto dentro di me e finora è stato particolarmente forte in due occasioni. Una è questa, l'altra è stata quasi due anni fa con Max Collini (cantante degli Offlaga Disco Pax, N.D.A.). Cos'hanno in comune? Sono entrambi di Reggio Emilia, sarà un caso? Boh, quel che so di quella città è solamente dove si trova lo stadio, visto che l'unica volta che ci sono andato ho visto una partita della Salernitana. 1-0, gol di Galeoto. In verità all'epoca, quando esistevano ancora le autoreti, sul tabellino fu scritto: Autogol di Galli. Oggi probabilmente sarebbe stato assegnato al terzino siciliano.

Non è stato un concerto, bensì un Reading. Un viaggio dall'esperienza berlinese di Zamboni alla nascita dei CCCP Fedeli Alla Linea. Un percorso di parole, musica e video. I più disparati: da un documentario in lingua inglese sul Muro di Berlino  a canzoni tedesche dell'epoca che non avevo mai sentito nominare, non si finisce mai d'imparare. E' circa mezzanotte quando iniziamo la conversazione e le domande (che in principio erano tre ma diventano cinque) sono queste.

TUWAT, FAI QUALCOSA. NON SAPREI COME SI SCRIVE (l'ho scoperto su Internet, N.D.A.) PERO' ERA UN MESSAGGIO UNIVERSALE; VALEVA A BERLINO COME A REGGIO EMILIA, ALTRIMENTI NON LA CITAVATE IN “EMILIA PARANOICA”. FAI QUALCOSA (la traduzione di Tuwat, N.D.A.), IL NOME DI UNA MANIFESTAZIONE DELL'EPOCA E GUARDANDO QUEL FILMATO HO AVUTO UN FLASH DI UN'ALTRA MANIFESTAZIONE, QUELLA DEL G8 A GENOVA. GLI SCONTRI DI BERLINO E QUELLI DI VIA TOLEMAIDE SONO GLI STESSI, PIU' NITIDI MA GLI STESSI (Zamboni annuisce, N.D.A). TI CHIEDO: MA QUESTA SOMIGLIANZA TRA LA MIA GENERAZIONE E LA TUA E' UNA MIA ALLUCINAZIONE O C'E' QUALCOSA DI VERO?

Probabilmente c'è. Fa molto comodo dire agli altri: “muoviti, renditi utile. Non vali un cazzo!” Funziona spesso e c'è una regia sotto. Ce lo ripetevano tante volte i genitori, i preti ed i politicanti dell'epoca. Eravamo atavici come le formiche. Non importava niente degli ostacoli, si andava avanti indifferentemente da cosa c'era. Quello che conta è cercare di fare qualcosa che possa valere per la propria vita.

BILDUNGSROMAN, ROMANZO DI FORMAZIONE. E' UNA PAROLA CHE HAI CITATO SUBITO PERCHE' QUELLA DI BERLINO E' STATA UN'ESPERIENZA FORMATIVA. CI VUOLE ANCHE CORAGGIO. CE NE VUOLE UNO MAGGIORE A CERCARE UN LUOGO COME BERLINO O A FUGGIRE DAL PROPRIO QUOTIDIANO DI PROVINCIA?

Devo dire la verità che nel mio microcosmo di Reggio Emilia stavo bene però quello di Berlino è stato un richiamo fortissimo. Nella vita di richiami ce ne sono di continui ma alcuni, quelli che t'ispirano di più, vanno seguiti. Io lessi di Berlino in un numero di Giugno di “Frigidaire”, a Luglio ero già a Berlino. Fu qualcosa d'istintivo ed immediato.

NELLO SPETTACOLO CHE HAI FATTO C'E' UN PASSATO STORICO, IL MURO, UN PASSATO MUSICALE ED UN PASSATO UMANO CHE GIUSTAMENTE E' LA PARTE PRINCIPALE. COSA SIGNIFICA PER TE RIPRENDERE IL PASSATO E METTERLO A DISPOSIZIONE DI UN PUBBLICO?

Cerco di tracciare un percorso, di riguardare cosa ho fatto ed inserirlo. Ogni cosa che ti accade è irripetibile. Spesso siamo portati a dire: “sì, vabbé. L'ho fatta ma non è importante.” Poi tornano indietro comunque, quando meno ci pensi o te lo aspetti. Io so cosa ho fatto ma è sempre utile riprenderlo.

HAI CITATO I D.A.F. SPESSO QUESTA SERA, HAI PORTATO ALL'ATTENZIONE IL LORO MODO DI SUONARE IMMEDIATO, SENZA PENSARE O SAPERE COSA SIA UN ACCORDO. DAI CCCP, DOVE LA TUA CHITARRA HA QUEL SENSO D'IMMEDIATEZZA, SEI PASSATO AL CSI E ALLA TUA CARRIERA SOLISTA DOVE HAI SUONATO IN MODI DIVERSI E FORSE PIU' RICERCATI. C'E' ANCORA QUELL'APPROCCIO PRIMORDIALE DI SUONARE?

Non ho mai imparato a suonare la chitarra, resto sostanzialmente un inetto nel rapporto con lo strumento. Quando suono capisco, mi rendo conto da me, che quel tipo di suono è quello che cercavo, quello che mi piace. Successivamente mi faccio spiegare da altri cosa sia, cosa ci sia dietro strumentalmente.

LE CANZONI CHE SCRIVEVA GIOVANNI LINDO FERRETTI AVEVANO SPESSO DEGLI SLOGAN MOLTO FORTI, IMMEDIATI E DI GRANDE PRESA PRESSO IL PUBBLICO. MESSAGGI CHE ANCHE IN QUESTO SPETTACOLO SONO STATI TIRATI FUORI, QUEL MODO DI SCRIVERE TESTI E DI COMUNICARE QUANTO FA PARTE DELL'UOMO MASSIMO ZAMBONI?

All'epoca era il nostro modo di vivere, un riflesso immediato. Istintivo anche quello, come il viaggio a Berlino. Non aveva un grandissimo valore la nostra capacità di giudizio però è molto bello riuscire a sintetizzare, concentrare tutto in un parola o in un messaggio breve. “Fedeli alla linea”, giusto per citarne uno, è bellissimo. Racchiude di tutto e ci rappresentava in maniera notevole. Eravamo in grado di mostrarci con grande facilità.

L'intervista si chiude qui, scambiando qualche altra parola mi concedo il piacere di ringraziarlo per una canzone in particolare, “Cupe Vampe”. Musicalmente è stupenda ed inoltre il testo rappresenta valori importanti in cui mi racchiudo e credo fortemente. “Ci fotte la guerra che armi non ha”, sembra incredibile ma è così. L'unica grande arma della guerra è la disperazione umana, qualcosa che non ha un potenziale violento diretto e nitido come può averlo un bossolo. Mi fa anche pensare che al mondo esistono guerre “giuste”, come quella del Kosovo (il mondo balcanico protagonista nella canzone e nei pensieri) con l'Italia in prima linea a sganciare bombe, e guerre “sbagliate” come quella in Iraq (in verità per i dirigenti dell'ENI è stata una guerra “giusta”). Le risposte date da Zamboni sono state un pochino sintetizzate, purtroppo non ho con me un registratore vocale. Quasi quasi me ne compro uno. Al massimo saprei cosa farmene, Scrubs insegna

P.S. Oltre a ringraziare gli editor per la fatica spesa per tutti i link vorrei aggiungere che quasi tutti i video, tranne quello del G8 di Genova, sono stati fatti vedere durante il Reading.

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